8 marzo, donne motore dello sviluppo: grazie a noi una spinta all’innovazione
“L’innovazione è donna anche e soprattutto l’8 marzo in molti settori compresa l’agricoltura. E il ruolo femminile sta diventando sempre più strategico per garantire vitalità e opportunità all’intero sistema economico, lombardo e italiano. Potremmo dire che senza le donne non c’è sviluppo”. Questo il commento di Wilma Pirola, responsabile Donne Impresa della Coldiretti Lombardia, in occasione della festa dell’8 marzo.
Il ruolo delle donne cresce
“Le donne sono riuscite a costruirsi un ruolo all’interno delle aziende grazie anche alla multifunzionalità – aggiunge Wilma Pirola -. Infatti, se prima al massimo erano impegnate nella tenuta della contabilità e in un generico lavoro di segreteria, adesso si occupano di vendita diretta nei farmers’ market e negli spacci in cascina. Seguono anche i servizi agrituristici, le fattorie didattiche, quellettorie sociali e i servizi verso disabili e anziani. Senza dimenticare la fondamentale attività di educazione all’interno delle scuole per le nuove generazioni”.
Lezioni a scuola di sana alimentazione
Solo nella provincia di Pavia, nello scorso anno scolastico, le imprenditrici di Coldiretti hanno tenuto lezioni di sana alimentazione, origine del cibo, rapporto con il territorio a oltre 5.000 bambini delle scuole elementari e medie.
“Come dimostrano le oltre 11.000 aziende agricole lombarde guidate dalle donne – afferma l’esponente di Coldiretti – il ruolo femminile sta sempre più diventando un segnale concreto del cambiamento culturale in atto nella nostra società, anche se purtroppo molto spesso esiste ancora un divario marcato tra le retribuzioni e le funzioni assegnate a una donna rispetto a quelle assegnate a un uomo”.
Presenza istituzionale scarsa
“Eppure, nell’8 marzo che celbera la donna e la sua capacità di innovazione, va osservato che la presenza delle donne, infatti, – spiega Coldiretti – resta bassa anche a livello istituzionale. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Barometro, ai vertici della giustizia italiana la rappresentanza femminile è ancora scarsa. Appena il 14 per cento tra Corte Costituzionale, procuratori della Corte dei Conti, membri del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e Consiglio direttivo della Corte di Cassazione”. “Bassa – continua l’analisi – anche la presenza di donne nelle Authority, nell’istruzione e nella ricerca. Su 79 rettori di Università, infatti, le donne sono appena il 5%. Persino lo sport dove le atlete azzurre hanno regalato grandi soddisfazioni resta ancora impermeabile alle quote rosa. Tanto che – conclude Coldiretti – tra i 45 presidenti delle Federazioni sportive affiliate al Coni c’è solo una donna”.