8 marzo, non solo mimose: valorizzare il made in Varese, il florovivaismo può avere ruolo determinante
Valorizzare la ‘carta d’identità’ delle piante e dei fiori di Varese per l’8 marzo per dare una risposta alla congiuntura e alle sue ripercussioni sul comparto florovivaistico. È la Coldiretti provinciale a rilanciare sulla ‘tracciabilità di filiera’ del comparto florovivaistico locale.
Il comparto
Il comparto ortoflorovivaistico rappresenta un segmento importante per l’agricoltura della provincia prealpina, ma è alle prese con i ben noti problemi dettati dalla situazione economica: “Anche le nostre imprese debbono fare i conti con la congiuntura; inoltre sono alle prese con i continui rincari dei costi di produzione (gasolio in primis) e con la concorrenza dei paesi esteri” puntualizza il presidente della Coldiretti – ed egli stesso produttore – Fernando Fiori.
San Valentino
Eppure il ‘made in Varese’ ha grandi potenzialità anche quando si parla di piante e fiori. In molti, infatti, hanno affollato i vivai della provincia prealpina lo scorso mese per il primo importante ‘banco di prova’ della stagione. Ovvero la festa degli innamorati di San Valentino.
Omaggio floreale tiene
“Nonostante le difficoltà economiche – aggiunge il direttore della Coldiretti provinciale Francesco Renzoni – l’omaggio floreale ha resistito e ha saputo diversificarsi. In molti, infatti, hanno visitato i nostri vivai. Scegliendo fiori a ‘chilometro zero’ e acquistando – oltre alle tradizionali rose – anche le primule, le bulbose e le azalee. Ed è così anche in vista dell’8 marzo”.
Fiori km zero
Non secondario è l’aspetto della rintracciabilità di filiera. I fiori varesini a ‘chilometro zero’ sono coltivati nel rispetto delle norme ambientali e sociali. Mentre quelli importati devono spesso percorrere migliaia di chilometri con mezzi inquinanti. Inoltere sono stati anche denunciati ripetuti casi di sfruttamento del lavoro e di uso di pesticidi pericolosi.
Italia all’avanguardia
Più in generale, va sottolineato come l’Italia sia all’avanguardia nella coltivazione di fiori e piante a livello internazionale e comunitario dove il Tricolore è al posto d’onore dopo l’Olanda. La quale, spesso, però, è solo il crocevia di triangolazioni commerciali. Come accade per le produzioni di Paesi extracomunitari come Thailandia, Brasile, Perù o, per le rose, Kenya.
Fiori varesini più freschi
“Peraltro i nostri fiori – conclude il direttore – non devono affrontare i lunghi tempi di viaggio che fanno arrivare quelli stranieri meno freschi alla meta e rappresentano un’immagine importante per il territorio prealpino”.
Meno mimose
Intanto, cade domani, 8 marzo 2013, anche per i fiori di Varese l’appuntamento con la festa della donna. Che quest’anno segnerà – a livello nazionale – una produzione con il 20% di mimose in meno. Ciò per effetto di un inverno rigido che ha ritardato la fioritura. Provocando la diminuzione di quantità del prodotto, pur garantendo una eccellente qualità delle fronde.
L’inizio della primavera meteorologica del primo marzo ha praticamente coinciso in Italia con l’arrivo del bel tempo. Un andamento che ha influenzato notevolmente l’andamento delle coltivazioni agricole particolarmente sensibili al clima. Il fiore simbolo della festa della donna dell’8 marzo ma anche dell’arrivo della primavera ad esempio essendo fiorito in ritardo ha realizzato una produzione scarsa ma di qualità ottima perché non ha avuto bisogno di essere conservato in frigorifero.