Calici Riedel Veritas, quando la forma del bevante esalta un vino
di Giovanna Moldenhauer
Riedel, azienda austriaca leader nella produzione di bicchieri e decanter in cristallo che nel 2016 ha festeggiato i suoi 260 anni di storia, organizza degustazioni con un percorso sensoriale condotto da Marco Baldini VP delle vendite Italia.
Fra gli eventi di cui l’azienda è stata partner in questi mesi citiamo Bottiglie Aperte 2016, quinta edizione della kermesse enoica riservata all’eccellenza vitivinicola italiana, che si è tenuta presso Palazzo delle Stelline a Milano.
Protagonisti del tasting a cui abbiamo partecipato, tre tipologie di calici Veritas, dedicati a tre vitigni, abbinati a tre vini italiani ottenuti dalle tre varietà. Questa linea di calici, nata nel 2014 e recentemente ampliata di 2 nuovi modelli per la birra e i distillati, porta con sé tutta l’esperienza nel glassware specifico di tre generazioni Riedel e tutta la conoscenza delle caratteristiche delle diverse tipologie di vino e di distillati.
Una sfida lanciata da Georg Riedel a Franz Schmid, responsabile del reparto tecnico di Weiden, uno dei quattro stabilimenti produttivi in Baviera di proprietà dell’azienda ha permesso di realizzare i bicchieri in cristallo al piombo soffiato a macchina più sottili e leggeri al mondo. All’azienda bavarese è stato dunque chiesto di creare dei bicchieri che non solo fossero esteticamente belli e piacevoli da tenere in mano, ma anche competitivi in termini di prezzo rispetto ai prodotti artigianali provenienti da paesi manifatturieri a basso costo. Alla vista sono leggeri e sottili ma al tempo stesso resistenti al lavaggio in lavastoviglie, alle rotture e adatti ad un uso quotidiano e domestico (e persino ai servizi più impegnativi legati al mondo dell’hotelleria e della ristorazione). La linea è caratterizzata da forme specifiche per tipologia d’uva, con calici appositamente studiati per la degustazione di Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Riesling, Viogner e, per la prima volta in una collezione Riedel, i bicchieri da Syrah e Pinot Noir, due per tipo, a loro volta sono distinti in base alle caratteristiche dei rispettivi vitigni del Vecchio e del Nuovo Mondo.
Per la degustazione sono stati scelti i calici uno del Nuovo Mondo Pinot Nero, uno da Cabernet / Merlot e uno del Vecchio Mondo Syrah. Il primo vino proposto è stato un Pinot Nero dell’azienda del Mugello Il Rio. Il vino Ventisei 2011 aveva un colore tipicamente scarico, un naso prima floreale e delicato di geranio, di petali di rosa appassiti che si lasciano inseguire da piccoli frutti rossi tra cui l’amarena. L’assaggio è interessante con una buona morbidezza, tannini fini con un finale di spezie dolci e di tabacco. Seguiva il Syrah Perenzo 2010 dell’azienda maremmana Fattoria di Magliano. Nel calice dedicato aveva una tonalità rosso rubino intenso, nitidi profumi di ciliegia, frutti di bosco in confettura, fiori che richiamano al geranio, poi nitido di pepe nero, spezie dolci e liquirizia. In bocca un buon equilibrio tra freschezza e tannini vellutati, con chiusura fruttata e persistente. Il terzo vino da uve Merlot in purezza è stato il Villa Boscarello 2008 della Tenuta Pometti ottenuto da vigneti situati sui colli senesi. Affinato in barriques di rovere francese per un periodo di 16-18 mesi aveva un colore rosso rubino intenso esaltato dalla forma del bevante. Dapprima sono percepibili sentori di frutta a bacca rossa matura e poi note di peperone. L’assaggio era ben strutturato, con tannini ben stemperati, una buona persistenza.
Ogni vino è stato assaggiato prima nel calice corrispondente e poi negli altri due. Nel modello dedicato si esaltavano, negli altri due risultavano più spenti, meno interessanti mettendo in luce come il gusto del vino è fortemente influenzato dalla forma e dimensione del bevante in cui è consumato.