Cinque Terre, solo 200 ettari quadrati vitati ma produzione di vini eccellenti
Calano superfici, aumenta qualità delle Doc e Igt
Nelle Cinque Terre, area vocata alla produzione di vini eccellenti, la superficie coltivata a vite, negli anni ’50 dello scorso secolo, risultava di oltre mille ettari quadrati. Lo conferma un recente studio pubblicato dalla Camera di Commercio della Spezia.
Purtroppo oggi la superficie non supera i 200 ettari quadrati. I produttori sono appena 25. I terreni recuperati sono vicini alle zone più abitate e centrali dei paesi e loro frazioni.
I 12 ambasciatori del buon bere ligure: i vini eccellenti
La raccolta dell’uva nei vigneti, avvenuta in questo mese, non è solo un appuntamento legato alle tradizioni e al folclore del territorio. Rappresenta infatti un momento di rilevante valenza economica. I vini che vantano il fregio di Doc (Denominazione di Origine Controllata) sono ben otto: 5 Terre, Rossese di Dolceacqua, Doc Riviera Ligure di Ponente, Doc Golfo del Tigullio-Portofino, Doc Val Polcevera, Colline di Levanto, Colline di Luni e Doc Ormeasco di Pornassio. Le IGT (Indicazione Geografica Tipica) sono 4: Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’Imperiese.
Nei mesi scorsi, alcuni luoghi hanno sofferto più di altri, a causa della scarsità di pioggia. Nelle aree in cui dove non è mai piovuto, i danni sono stati notevoli.
Per esempio, l’uva da tavola, non è riuscita più a maturare alle Cinque Terre, così come ha fatto fatica a maturare il rosso in Val di Magra.
Cinque Terre con i vini eccellenti attrazione turistica internazionale
Le Cinque Terre, con i suoi vini eccellenti, sono diventate un’attrazione mondiale. I territori sono conosciuti e apprezzati per il paesaggio terrazzato a picco sul mare. Nel 2019 sono stati ospitati oltre 2 milioni di turisti in prevalenza stranieri, a conferma del fatto che questo territorio traina lo sviluppo turistico della Riviera Ligure di Levante.
Bacca bianca e bacca nera espressioni territori con le varietà autoctone
Tra le uve a bacca bianca, il vitigno più diffuso in tutte le quattro province liguri è il Vermentino. Seguono Pigato e Lumassina per la provincia di Savona, il Bosco e l’Albarola per La Spezia, la Bianchetta e il Moscato per Genova.
Tra le uve a bacca nera, spiccano il Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco, la Granaccia e il Ciliegiolo.
Ai vitigni “tradizionali” Doc e Igt, si aggiungono quelli autoctoni valorizzati dall’attività svolta dall’assessorato all’agricoltura regionale.
Un’azione che ha permesso il recupero capillare su tutto il territorio di numerose varietà minori a bacca bianca e rossa di particolare valore enologico fra cui Ruzzese, Moscatello di Taggia, Barbarossa. Oltre a questi, si segnalano Massaretta, Bruciapagliaio, Picabon, Fratepelato, Vermentino nero.
Sua Maestà lo Sciacchetrà tra i vini eccellenti delle Cinque Terre
Tra i vini passiti da segnalare il celebre Sciacchetrà delle Cinque Terre che, tra i vini eccellenti, merita un approfondimento. E’ un vino dolce e liquoroso, prodotto da uve dei vitigni Bosco, Albarola e Vermentino.
L’origine del nome è incerta: per alcuni deriva dal termine semitico “shekar” col quale, nella Palestina di 3.000 anni fa, venivano definite le bevande fermentate.
Altri sostengono derivi dal verbo dialettale “sciacàa”, ossia “schiacciare”, utilizzato in questo caso per indicare l’operazione di pigiatura dell’uva.
Il fatto certo è che questo vino pregiato è riconosciuto come l’emblema per eccellenza delle Cinque Terre. La sua particolarità è nel sapore, che ricorda le essenze della macchia mediterranea: sentori di frutta secca, confettura d’albicocca, pesca gialla e vaniglia, miele di castagno e spezie.
Lo caratterizza anche il colore caldo e intenso: dal giallo dorato all’ambra, tendente al topazio.
Ha una resa media di 25 litri per quintale d’uva: gli acini sono lasciati appassire al sole sino a novembre e vengono poi sgranati a mano per selezionare solo i migliori. Lo caratterizza un’elevatissima qualità, garantita dalla Denominazione di Origine Controllata (DOC dal 1973 come la tipologia secca). Per questo lo Sciacchetrà è un vino identitario e distintivo e può evolvere per dieci, venti e anche trent’anni.
Guido Ghersi