Agricoltura ancora in difficoltà secondo dati Unioncamere – Regione Lombardia
Agricoltura lombarda con un ultimo trimestre 2012 ancora nel segno negativo. Anche se con valori leggermente migliori rispetto al trimestre precedente.
Ripresa timida
Solo alcuni settori hanno mostrato dei timidi segnali positivi, come quello dei cereali, il settore vitivinicolo ed il settore suinicolo. Trend positivi cui, peraltro, non è corrisposto un proporzionale aumento della redditività delle imprese. Questo è quanto emerso dall’analisi congiunturale sull’agricoltura lombarda presentata da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia.
Redditività
La crisi dell’agricoltura lombarda è una crisi legata per lo più al forte calo della redditività delle aziende. Determinata dal continuo aumento dei costi di produzione. E non compensata da un aumento dei prezzi di vendita.
Crisi dei consumi
La crisi dei consumi delle famiglie italiane colpisce ormai anche i consumi alimentari. Inducendo i consumatori a modificare le proprie abitudini di spesa verso modelli più oculati. E condizionando l’agricoltura lombarda 2012.
“L’unico dato in controtendenza è quello dell’export alimentare, in crescita del 14,9% circa e questo la dice lunga – ha commentato Fabio Perini, Presidente di Fedagri Confcooperative Lombardia – sulla necessità da parte degli operatori del settore di puntare su una maggiore integrazione delle filiere, che siano in grado di presidiare i mercati internazionali, puntando quindi su quelle produzioni per le quali all’estero vi è un mercato in continua espansione”.
“Il settore lattiero-caseario – ha proseguito Perini – dimostra ancora una volta come la cooperazione riesca a remunerare al meglio il latte di coloro che conferiscono ai caseifici sociali rispetto a chi vende all’industria lattiero-casearia. Infatti, nonostante il comparto latte nel suo complesso faccia registrare un indice leggermente negativo, per chi fa parte di cooperative lattiero-casearie, il prezzo ricevuto risulta ancora remunerativo e in grado di fronteggiare il forte aumento dei costi di produzione. Ciò avviene – ha concluso Fabio Perini – perché attraverso la cooperazione lattiero-casearia i soci imprenditori agricoli riescono a programmare la propria filiera, puntando sulle produzioni DOP, le cui esportazioni rappresentano circa il 20% (61.885 tonnellate) della produzione totale di formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano DOP”.