Goletta dei Laghi: “Como, un gioiello inquinato”, dodici i punti critici
Lago di Como con gravi criticità per la balneazione. Il responso arriva dopo l’esame dei prelievi effettuati dai biologi di Goletta dei Laghi nel Lario: “cinque i punti compromessi sulla sponda comasca, inquinati i campioni prelevati a Menaggio, alla foce del torrente Senagra e a Dongo, alla foce del Torrente Albano. Fortemente inquinati invece i punti a Como, nei pressi del canale depuratore presso il mausoleo di A. Volta, a Lezzeno, alla foce del torrente Bagnana, e a Cernobbio, alla foce del torrente Breggia”.
FUORI NORMA SETTE AREE – Sulla sponda orientale lecchese del Lago di Como i punti risultati fuori norma sono sette: “Inquinata la foce del torrente Valle dei Mulini a Bellano presso la Spiaggia di Oro, fortemente inquinati a Colico le foci del fiume Adda e del torrente Inganna, a Lecco la foce del torrente Caldone, a Perledo e Mandello Lario rispettivamente le foci del torrente Esino e del torrente Meria, così come la foce del Rio Torto a Valmadrera”.
I PROMOSSI – Nel comasco si confermano invece entro il limiti di legge i campioni prelevati ad Argegno, per quanto riguarda il torrente Telo, e a Domaso per il torrente Livo. Per la prima volta, nella sponda lecchese entro i limiti di legge sono risultati la foce del torrente Pioverna a Bellano e la spiaggia LC45 a Dorio.
“Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione – ha commentato il portavoce di Goletta dei Laghi, Simone Nuglio – non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008”.
RITARDO NEL COLLETTAMENTO REFLUI FOGNARI – “Le analisi ci confermano – ha spiegato – che i problemi per il lago continuano ad arrivare direttamente dai corsi d’acqua che ancora scontano i ritardi nel collettamento dei reflui fognari. Purtroppo dobbiamo constatare che non sono solo i grandi fiumi come l’Adda i principali imputati dell’inquinamento a lago ma anche i corsi d’acqua minori con il loro carico di acque non depurate”.
Se si paragonano i risultati delle analisi degli ultimi 4 anni (2009-2012) sul Lario, le acque risultano fuori dai parametri in tutte le edizioni di Goletta dei Laghi “I campionamenti effettuali a Colico, alla foce dell’Adda, e a Mandello del Lario nei pressi del fiume Meria. Con valori fuori soglia per tre edizioni – ha continuato Nuglio – il punto alla foce del fiume Caldone a Lecco, il torrente Senagra a Menaggio e a Como il torrente Cosia che sfocia sul lungolago”.
LEGAMBIENTE: TERRITORIO CON PROBLEMI GESTIONE ACQUE SCARICO – Il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine, ha sottolineato che “I miglioramenti riscontrati nell’Alto Lario comasco non modificano la valutazione complessiva di un lago malato a causa di un entroterra che non ha risolto i suoi problemi di gestione delle acque di scarico. Nulla di straordinario, è l’intera Lombardia a soffrire di un drammatico ritardo di investimenti sulle opere del sistema fognario e depurativo. Ad essere straordinario è il lago, gioiello paesaggistico che ingolosisce turisti provenienti da tutto il mondo, che sbirciando il paesaggio tra i cantieri sul lungolago di Como certo non si aspetterebbero di vedere un’acqua generosamente condita di reflui mal depurati”.
A LECCO SITUAZIONE SIMILE – Se il comasco piange certo la sponda lecchese non ride. “Ancora troppi i punti fortemente inquinati da acque insufficientemente depurate dai comuni lacuali o da quelli immediatamente a monte – ha detto Pierfranco Mastalli, presidente del circolo di Lecco del Cigno Verde – Pur con la “benevolenza” dei parametri europei in materia di balneabilità, ci sono ancora situazioni critiche, con particolare riguardo alle acque che provengono da un’area urbanizzata che non è stata interamente coperta da fognature come nel caso del Caldone a Lecco, dell’ Adda e dell’Inganna a Colico, dove l’occupazione di suolo per nuove costruzioni è preminente nelle politiche comunali rispetto a quelle sulla tutela ambientale. Resta da risolvere l’annosa inefficienza e insufficienza del depuratore di Lecco che richiede un impegno prioritario e risolutorio da parte dell’Ato”.