Allarme mais: con piralide e diabrotica piante più piccole del 20-40% sugli standard, rese in picchiata
Estate. E per il mais i pericoli si chiamano diabrotica e piralide. Il primo attacco di piralide, lepidottero tra i principali fitofagi del mais, è già in atto. “È provvidenziale intervenire tempestivamente con i trampoli (attrezzature speciali che intervengono sovrastando le colture vegetali in campo, ndr) – ammonisce Marco Speziali, presidente di Apima Mantova – perché quest’anno le piante sono molto deboli, a causa di un concatenarsi di fattori: le semine tardive e il maltempo che ha imperversato fino al 10 giugno, al quale hanno fatto seguito improvvise esplosioni di calore”. Il rischio di un’attesa potrebbe influire negativamente su un’annata già compromessa in partenza.
“Ad oggi – prosegue il sindacato degli agromeccanici e agricoltori mantovani – dalle prime stime in campo è possibile ipotizzare un calo della massa vegetativa fra il 20 e il 40 per cento rispetto agli standard di crescita media”.
PANNOCCHIE DI DIMENSIONI RIDOTTE – Pur essendo una diagnosi precoce, “le conseguenze di un minore sviluppo delle piante potrebbero ripercuotersi anche sulle pannocchie, che rappresentano pur sempre l’espressione fruttifera delle piante”. La Diabrotica virgifera virgifera LeConte è un organismo da quarantena. I danni che le larve di questa specie causano alle radici del mais ne fanno uno dei fitofagi più importanti per questa coltura negli Stati Uniti d’America. Dopo la sua introduzione in Europa e il primo rinvenimento avvenuto in Serbia nel 1992, la specie si è diffusa in molti altri Paesi.
IN LOMBARDIA IL BOLLETTINO DIABROTICA – In Italia è stata osservata, per la prima volta, in Veneto nel 1998 e in Lombardia nel 2000. Attualmente è diffusa anche in Piemonte, Trentino – Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia – Romagna, Liguria e Lazio. Nel 2010 è stata rinvenuta in Valle d’Aosta e in Toscana. Dallo scorso anno è attivo il ‘Bollettino Diabrotica’, un’iniziativa unica in Italia, attuata con Ersaf e il Codife (Consorzio difesa colture intensive) di Brescia, che consente di dare agli agricoltori, in tempo reale, informazioni puntuali sul ciclo dell’insetto e sulle necessità fitosanitarie.
MAIS BENZINA DEL MOTORE AGRICOLO – La coltivazione del mais si sviluppa in prevalenza nelle regioni del bacino padano (circa l’89 per cento delle superfici e il 91,2 per cento della produzione) e in Lombardia le rese unitarie sono state finora tra le più alte e competitive al mondo. Il mais è la benzina del motore agricolo lombardo, rappresenta il cereale più coltivato e la sua produzione diffusa ha supportato lo sviluppo in Lombardia di una zootecnia altamente produttiva.