Tempesta di vento e grandine devasta la bassa bresciana, il cremonese e il basso mantovano

Una tempesta di vento, pioggia e grandine ha colpito ieri mattina all’alba le aree dei comuni della bassa Bresciana e del Cremonese. Il tornado – spiega la Coldiretti Lombardia – fra le 5 e le 6 ha devastato stalle, campi di mais e di soia sull’asse che da Brescia scende verso Chiari, Dello, Manerbio, Verolanuova, Offlaga e poi è arrivato nel Cremonese colpendo i comuni di Gabbioneta Binanuova, Ostiano, Pessina Cremonese, Cappella de Picenardi, Ca d’Andrea, Torre de’ Picenardi, Cingia de Botti, Scandolara Ravara, Solarolo e Gussolasi, Casalmaggiore e Rivarolo del Re.

CHICCHI DI GRANDINE COME NOCCIOLE – Il maltempo si è manifestato con una violenta bufera di pioggia, ma nell’epicentro della tempesta le forti raffiche di vento e la grandine, con chicchi delle dimensioni di una nocciola, hanno divelto tetti e raso al suolo interi raccolti di mais, soia, cereali, foraggi, pomodori, frutta e ortaggi. Questo un primo ‘report’ della situazione in agricoltura, secondo le segnalazioni che giungono dalla imprese agricole. Pesantemente danneggiati risultano anche alcuni impianti fotovoltaici, collocati sui tetti delle stalle. La tempesta, con tromba d’aria e grandine, ha colpito particolarmente anche l’abitato di Cappella de’ Picenardi, dove il sindaco Raffaele Leni ha raccontato dei disastri provocati a edifici e colture.

IL RACCONTO DEL SINDACO DI CAPPELLA DE’ PICENARDI – “E’ cominciato tutto attorno alle 7.30, siamo usciti da casa per chiudere le porte della stalla ma la violenza del vento e della pioggia mista a grandine ci ha impedito di ritrovare la strada per tornare indietro. Non si vedeva assolutamente nulla”.  

“Le coltivazioni nei campi sono state macinate dalla grandine – ha continuato Leni – e quelle risparmiate dai chicchi sono state abbattute dal vento. Gli impianti di irrigazione sono stati ribaltati o danneggiati dalle piante cadute su di essi. Anche i tetti di molte stalle sono stati scoperchiati. Per non parlare dei pannelli fotovoltaici: alcuni sono stati divelti dal vento, molti altri sono stati rotti dalla grandine. La produzione di energia elettrica è ferma”. Cappella Picenardi non è l’unico comune spazzato dall’uragano estivo.

 “Ho parlato con un agricoltore di Ca’ d’Andrea – ha riferito il sindaco – e là forse è stato peggio che da noi. Per quanto riguarda noi, stiamo raccogliendo i dati dei danni da trasmettere alla Prefettura”.

DANNI ANCHE NEL BASSO MANTOVANO – Colpito anche il basso mantovano, al confine con la provincia di Cremona, dove si sono registrati gravi danni all’agricoltura. A Viadana sono caduti dieci centimetri di grandine mentre una forte pioggia ha poi provocato allegamenti in tutto il paese. I chicchi di ghiaccio, nelle zone d’ombra, hanno resistito sino al pomeriggio. Molti gli interventi dei vigili del fuoco per svuotare cantine e piani terra di edifici invasi dall’acqua. Oggi la situazione è tornata alla normalità.
Gravemente danneggiate le produzioni pregiate di meloni e angurie: in certe zone si parla di colture completamente andate distrutte. Gravi danni anche alle viti e agli alberi di pere. Le perturbazioni a carattere temporalesco e con formazione di grandine, si sono poi ripetute nella tarda serata interessando ampie aree della pianura anche nel milanese e in Brianza. 

VERSO LA RICHIESTA DI STATO DI CALAMITA’ – “Già questa primavera fredda e le piogge intense hanno ritardato fino a due mesi le semine riducendo anche del 40 per cento le previsioni di resa su mais, orzo, cereali, ortaggi e frutta – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – questa tempesta perfetta che si è abbattuta sui territori fra Brescia e Cremona ha finito il lavoro e compromesso in modo definitivo la situazione. Adesso è più che mai urgente che venga concesso lo stato di calamità. Quest’anno i danni del maltempo in Italia hanno superato il miliardo di euro. Una stagione con una congiuntura di eventi così negativa non si ricordava da anni”.

 MONITORAGGIO DANNI IN CORSO – I tecnici della Coldiretti bresciana e cremonese stanno monitorando i danni alle coltivazioni e alle strutture. Per quanto riguarda le produzioni, in alcuni casi il danno è stato quasi del 100 per cento, con la coltre di ghiaccio che, alle 11 del mattino, era ancora sul terreno. Gli agricoltori sono anche dovuti intervenire con gli spalaneve per spostare il tappeto di grandine. A Offlaga il tornado ha scoperchiato un allevamento di suini. Nel Cremonese numerose piante divelte, sono stati rasi al suolo interi raccolti danni rilevanti ai tetti delle stalle e dei capannoni. Sono state allertate la Provincia di Cremona e la Prefettura, con una prima comunicazione che evidenza la gravità dei danni. Ieri pomeriggio presso il comune di Cappella de’ Picenardi si è svolto un summit che raccoglierà sindaci dei comuni cremonese più colpiti, Provincia, Coldiretti e rappresentanti delle istituzioni del territorio.

 

 

 

 

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