La fabbrica del cioccolato a Broc, in Svizzera. Reportage degli inviati di Arga Lombardia Sabrina Pinardi e Luca Angelini
Sapete qual è l’attrazione turistica più visitata della Svizzera Occidentale? Una città? Una chiesa? Un lago? No. Una fabbrica. Di cioccolato. Anzi, la più antica fabbrica di cioccolato elvetica: la Maison Cailler a Broc, fondata nel 1819 da Francois Louis Cailler e rilevata nel 1929 dalla Nestlè.
Dall’aprile del 2010, dentro la fabbrica si può fare un percorso guidato di un’oretta che inizia con una specie di tunnel da lunapark sulla storia del cioccolato dagli aztechi ad oggi, transita per una linea di produzione di cioccolatini (all’inizio della quale si possono assaggiare fave di cacao, nocciole, mandorle e altri ingredienti) e finisce con una sala di degustazione dove assaggiare cioccolatini Cailler a volontà.
Risultato: 362.723 visitatori nel 2012 (+4%), il traguardo del milione di visitatori tagliato a gennaio 2013, il primo posto come Best destination for chocolate secondo il National Geographic, il secondo premio al Milestone Award 2010 nella categoria”Outstanding Project”, il certificato di Eccellenza di Tripadvisor sia nel 2012 che nel 2013.
Se poi calcolate che per entrare gli adulti over 16 pagano 10 franchi svizzeri (8 euro e spiccoli), capirete che l’investimento è ben ripagato. Bella forza, direte voi, ad aver dietro le spalle una multinazionale come Nestlè… Vero.
Però, a pochi chilometri da Broc, per l’esattezza a Pringy, c’è un altro frequentatissimo “museo del cibo”: la Maison du Gruyere, dedicata, ovviamente, al celebre formaggio. Qui, nel 1969, era stato aperto un caseificio dimostrativo.
Che, dal 5 maggio 2000, grazie all’Interprofession du Gruyere (in pratica, il consorzio del formaggio) è risorto a nuova vita diventando quel che è oggi: un po’ museo, un po’ bottega, un po’ centro congressi, più un ristorante. Intendiamoci, il caseificio dimostrativo è rimasto ed è il cuore del percorso di visita: da una sorta di balconata a vetri, i visitatori possono seguire le fasi produzione delle forme come fossero studenti di medicina che assistono a un intervento chirurgico.
Il percorso prevede anche un’audioguida in una mezza dozzina di lingue diverse (giapponese compreso), installazioni sensoriali (l’odore dei diversi fiori del pascolo, del fieno, del burro), fotografie, pannelli illustrativi, antichi attrezzi agricoli e altro.
I numeri? Più o meno 120 mila biglietti staccati ogni anno, a 7 franchi svizzeri l’uno (6,40 euro).
Morale della favola: le fabbriche del cibo possono diventare non solo uno straordinario spot promozionale, ma anche una miniera turistica.
Produttori di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma, Gorgonzola e simili, rifletteteci!
Sabrina Pinardi – Luca Angelini, inviati Arga Lombardia Liguria al Dairy Press Tour Ifaj in Svizzera