Assessore Gianni Fava: Imu in agricoltura, un’imposta iniqua che frena competitività imprese
“Bisogna che il messaggio al Governo passi forte e chiaro: l’Imu in agricoltura deve scomparire, come peraltro promesso e ribadito da chi ha il potere di legiferare in tal senso”. È questo il commento dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, in merito all’analisi pubblicata oggi da Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera.
ELIMINARE IMU PER IMPRESE AGRICOLE – “Tassare i terreni, che sono gli strumenti necessari all’impresa agricola per produrre – ha incalzato Fava – esula da ogni logica di equità. Solo eliminando l’Imu supereremmo tutte quelle forme di disparità denunciate oggi sul Corriere della Sera. Se questo Governo ritiene di dover mantenere un minimo di credibilità nei confronti del Paese, deve operare in modo che le imprese agricole possano competere sul mercato, senza ulteriori balzelli rispetto a quelli che già portano fuori mercato il sistema agricolo che produce Made in Italy di qualità rispetto ad altre indistinte produzioni estere”.
COMPARTO DA PROTEGGERE – “Serve uno scatto d’orgoglio per proteggere un comparto che potrebbe contribuire a risollevare le sorti di un Paese allo sbando – prosegue Fava -. Quanto all’Imu agricola che costa 7mila euro per 50 ettari ad un risicoltore di Pavia e zero ad un produttore di Brunello di Montalcino, non devono esservi dubbi: non ritengo che debba pagare il viticoltore toscano, deve essere sollevato dall’Imu l’imprenditore pavese, così come qualsiasi agricoltore”.
URGE SEMPLIFICAZIONE NORME – Il percorso, secondo l’assessore lombardo, deve tendere alla semplificazione in maniera drastica, eliminando la burocrazia superflua. “Quanto al catasto – ricorda Fava – la competenza è dello Stato centrale, le sedi periferiche recepiscono gli input da Roma”.(Ln)