Ogm, Greenpeace: maggioranza Paesi Ue vota no a mais, intanto Confagricoltura Mantova fa petizione per seminarlo
“Una forte maggioranza di Stati membri dell’Unione europea ha votato contro la proposta della Commissione che autorizzerebbe la coltivazione del mais Ogm 1507. Una possibile approvazione del mais Ogm, nonostante l’ampia opposizione politica e le preoccupazioni sulle conseguenze ambientali, sarebbe illegale”. E’ quanto afferma Greenpeace, ricordando che “la Corte di Giustizia Europea ha negato lo scorso dicembre l’autorizzazione per la patata Ogm Amflora della Basf, resistente agli antibiotici, già approvata dalla Commissione Europea nel 2010″. Secondo la Corte, “la Commissione aveva sostanzialmente modificato la proposta originale di autorizzazione alla coltivazione della Amflora, senza ripresentarla al vaglio della commissione di esperti nazionali”.
Greenpeace, dunque, rileva che la Commissione “ha ripetuto le stesse infrazioni procedurali con il piano di approvazione del mais 1507 e ha quindi di nuovo violato le leggi europee forzando il processo di autorizzazione del mais Ogm. Contro l’approvazione del mais Ogm “hanno votato 19 paesi (Italia, Francia, Ungheria, Grecia, Romania, Polonia, Olanda, Austria, Bulgaria,Croazia, Cipro, Danimarca, Irlanda, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia) solo cinque a favore (Spagna, Gran Bretagna, Finlandia, Estonia e Svezia) e quattro si sono astenuti (Germania, Portogallo, Repubblica Ceca e Belgio). A gennaio una larga maggioranza del Parlamento Europeo aveva gia’ fatto appello alla Commissione perché ritirasse la proposta di autorizzazione del mais Ogm 1507.
“La Commissione non può ignorare le preoccupazioni di carattere scientifico, politico e legale provenienti da una vasta maggioranza di Paesi membri, dai due terzi del Parlamento Europeo, e da gran parte dei cittadini europei. E’ molto probabile che la Corte di Giustizia Europea annulli un’eventuale autorizzazione del mais 1507, se portata in giudizio, come fece con la patata Ogm Amflora. La Commissione deve imparare dai suoi errori e smettere di infrangere le regole che garantiscono la sicurezza delle coltivazioni in Europa” commenta Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia.
MAIS OGM GIA COLTIVATO IN ITALIA -”In Italia ci sono già migliaia di ettari coltivati con mais Ogm, ma non si possono indicare le aree poiché non hanno proceduto con la denuncia”. Lo ha affermato il vice presidente di Futuragra, Silvano Dalla Libera. A al proposito Tommaso Maggiore, già docente di Agronomia generale all’Università di Milano, ha precisato che ”si tratta di terreni in Veneto e in Lombardia”.
A MANTOVA FIRME PER SEMINARE MAIS TRANSGENICO – Le firme sono già tra le seicento e le settecento, ma l’obiettivo entro la fine del mese è di arrivare a quota mille imprese agricole. Poi la petizione di Confagricoltura Mantova verrà spedita, destinazione Regione Lombardia. L’obiettivo è quello di ottenere la possibilità di seminare mais Ogm, sementi geneticamente modificate, come avviene già, ad esempio, in Friuli-Venezia Giulia. Lo ha scritto qualche giorno fa la Gazzetta di Mantova.
“Così tante firme raccolte in poco tempo sono un successo – ha dichiarato al quotidiano il presidente Matteo Lasagna -. La raccolta di sottoscrizioni, e ricordo che possono firmare solo i legali rappresentanti dell’impresa, resterà aperta ancora per tutto febbraio, visto anche il maltempo”.
PERCHE’ UN SI’ CONVINTO AGLI OGM – Secondo Confagricoltura “La coltura di mais Ogm, resistente all’insetto chiamato piralide (autentico flagello in pianura Padana), consente rispetto agli ibridi convenzionali di ottenere fondamentali vantaggi: maggiore produzione (almeno un 10%); minori costi di produzione, relativi al mancato intervento con insetticidi, stimati in 110 euro per ettaro; miglioramento dell’ambiente, per la mancata irrorazione di prodotti chimici; miglioramento della sanità del prodotto, in quanto non essendo attaccata dalla piralide, la pianta non sviluppa funghi, con conseguente assenza di aflatossine, particolarmente dannose per l’uomo, perché possono arrivare al consumatore attraverso la catena alimentare”.
I VANTAGGI PER CHI PRODUCE E PER L’AMBIENTE – Il quotidiano mantovano ha poi rivolto una domanda diretta ai responsabili dell’Associazione: le coltivazioni Ogm possono convivere con quelle tradizionali? “Non esistono, in base a esperienze statunitensi, problemi legati alla coesistenza con colture tradizionali o biologiche – ha sottolineato Confagri -. Negli Usa, ove si coltivano mais, soia e cotone al 100% Ogm, le superfici a biologico sono in continua crescita, come in Brasile e Argentina”.
Dall’associazione hanno anche evidenziato che oggi in Italia mangimisti e grandi gruppi di allevatori preferiscono acquistare mais da sementi Ogm, in quanto prive o quasi di aflatossine. “Lo dimostra il fatto – hanno spiegato – che sul mercato di Mantova e sulle principali piazze del nord Italia, il mais nazionale costa da 10 a 15 euro alla tonnellata in meno rispetto a quello di importazione comunitario o non comunitario, principalmente dall’Est Europa. Scenario che mette in difficoltà i produttori mantovani”.
LE ALTERNATIVE – Chiedere di piantare sementi Ogm non significa, tuttavia, puntare solo su quelle: “È una possibilità valida anche quella di puntare sulla qualità del mais attualmente prodotto nel Mantovano – afferma Lasagna – con un contenuto di amido in grado di fare la differenza. Ma dobbiamo cercare di venderlo al meglio, cercando magari di aggregarsi in organizzazione di prodotto, come è avvenuto per i suini con l’Opas, con la quale si possono anche trovare sinergie”.