Pac,assessore Fava:fronte Nord mai stato così compatto, nel 2016 il pomodoro potrà avere più aiuti
Il pomodoro avrà ancora un futuro. L’oro rosso è stato il protagonista del convegno a Piacenza con la partecipazione degli assessori regionali all’Agricoltura di Lombardia, Gianni Fava, ed Emilia Romagna, Tiberio Rabboni. L’incontro, organizzato da Pomorete e dal Distretto del pomodoro da industria del nord, al tavolo i presidenti rispettivamente Dario Squeri e Pier Luigi Ferrari.
Pomorete è la prima filiera verticale del pomodoro che riunisce dodici imprese locali, per un fatturato complessivo di 550 milioni e 3.000 dipendenti tra diretti e indiretti.
L’incontro ha posto in evidenza le trattative condotte dalle due Regioni alla Conferenza Stato Regioni e il “piccolo” aiuto accoppiato di 170 euro per ettaro (si era partiti da 300). Per il pomodoro ci saranno 11 milioni, sui 30 richiesti all’inizio.
L’intesa, è stato ricordato, darà la possibilità di una revisione nel 2016, sulla base dei prezzi di mercato e del ruolo di Spagna e Portogallo dove i costi dell’energia sono inferiori e dove i governi hanno chiesto l’aiuto accoppiato: un vantaggio competitivo.
FRONTE NORD COMPATTO SU TRATTATIVA PAC – “Il ruolo che ha avuto il Nord nella recentissima trattativa sulla Pac non ha precedenti storici. A Roma ci siamo presentati con una compattezza tale, forti di una proposta tecnica e politica condivisa, che siamo usciti con una buona negoziazione”. Lo ha detto Gianni Fava assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, intervenendo al convegno su ‘Il futuro del pomodoro alla luce della nuova Pac’.
PROPOSTA UNICA E CONDIVISA – “Perno del risultato nella trattativa sulla Pac – ha ricordato l’assessore lombardo – è stata l’intesa messa a punto tra Lombardia e Emilia-Romagna, due realtà che maggiormente sentivano il problema non solo sul pomodoro ma sulla zootecnia e altri comparti”. Quello che è stato raggiunto a Roma è un punto di partenza. “Nei prossimi mesi – ha detto Gianni Fava – dovremo affinare i dati tecnici per arrivare, da qui al 2016, a un altra intesa sui correttivi da porre in essere. Correttivi che ci saranno anche alla luce delle scelte che i Paesi che non hanno ancora preso decisioni sulla Pac effettueranno. Una volta tanto siamo riusciti a bruciare i tempi. Il pragmatismo del Nord ha vinto, l’alleanza dei territori ha prevalso a prescindere dalle
colorazioni politiche e soltanto nell’interesse dei cittadini. Fattori di svolta che saluto con grande soddisfazione”.
EXPO, PER FAR CONOSCERE LA QUALITA’ – “A Expo il distretto del pomodoro vada a parlare della qualità del suo prodotto, ben differente rispetto a quella di un concentrato cinese – ha ricordato il responsabile lombardo dell’Agricoltura – . Nel 2015 avremo la possibilità di farlo con grande apertura: il 90% della popolazione mondiale sarà rappresentata ai massimi livelli a poche decine di chilometri da Piacenza. Dobbiamo fare in modo che chi arriva per Expo venga a visitare i territori e non si fermi a Rho-Pero: per questo serve una proposta complessiva attrattiva, seria. Come Regione Lombardia stiamo mettendo a punto un programma territoriale sulle singole province importante”. “Occorre pensare, però, in una logica macroregionale – ha sottolineato Gianni Fava – facendo rete e continuando a coordinarci tra Regioni, a prescindere dalle posizioni politiche: se siamo riusciti a trovare un’intesa dal punto di vista economico, come è stato per la Pac, possiamo lavorare insieme anche nella promozione delle nostre produzioni e dei nostri territori. L’occasione di Expo passa solo una volta”.
POMORETE: SENZA AIUTI COMUNITARI NESSUNO SI SALVA – Il lavoro svolto da Lombardia ed Emilia Romagna è stato salutato con grande soddisfazione anche dal presidente di Pomorete, che ha detto: “Fino a qualche settimana fa pomodoro e zootecnia rischiavano di restare fuori dagli aiuti. Quanta difficoltà avremmo avuto come filiera per affrontare i mercati nei prossimi anni se non ci fosse stato questo risultato frutto del lavoro degli assessori all’Agricoltura lombardo ed emiliano? Con questa Pac passa la logica che oggi più nessuno si salva senza aiuti comunitari e senza una filiera integrata”. Parola d’ordine, quindi, è “integrare sempre più settore agricolo con trasformazione e consumo: dentro questa logica c’è una traiettoria per il futuro. E dall’accordo sulla Pac ci sono le premesse per una maggior integrazione tra mondo agricolo e industriale”.