Ue, Pesca – Fava scrive a Martina: preoccupante disimpegno Regioni, rischio perdita 10 milioni. “Promuoviamo acquacoltura e consumo pesce nelle scuole”
L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, per informarlo sull’avanzamento “sconcertante” della spesa del Fondo europeo per la Pesca (Fep) 2007/2013. Il rischio è che anche nel 2014 l’Italia incorra nel disimpegno automatico dei fondi comunitari per mancato utilizzo, dopo aver già perso 10 milioni di euro lo scorso anno.
UNDICI REGIONI IN DISIMPEGNO DEFINITIVO – “Al 31 dicembre 2013 – scrive Fava al Ministro – la spesa certificata è pari al 55% delle risorse complessivamente messe a disposizione dall’Ue sulla programmazione Fep 2007/2013 (228 milioni di euro su 415 milioni); nel 2013 ben 11 Regioni italiane su 19 hanno generato un disimpegno definitivo di fondi comunitari per 10 milioni di euro (9 dei quali persi dalle Regioni in area convergenza); nel 2014 sono state spese somme risibili e rimangono ancora da certificare 46 milioni di euro; mentre per il 2015 rimangono ancora da spendere e certificare ulteriori 110 milioni di euro“.
INTERVENTO STATO – Uno smacco per un Paese che è contribuente netto al bilancio dell’Ue, ma anche, precisa Fava, “in questo contesto di recessione, un potenziale indebitamento aggiuntivo. Gli impegni di spesa assunti, infatti, non trovando copertura sui fondi comunitari a causa di un eventuale disimpegno, dovrebbero trovare copertura sule risorse autonome del bilancio dello Stato o delle Regioni“.
LOMBARDIA VIRTUOSA MA NON BASTA – Nella lettera Fava non tralascia la questione lombarda. “Non posso nemmeno accontentarmi del fatto che la Regione che amministro abbia già ampiamente certificato le risorse assegnateci per il 2014 (pari al 4% del budget nazionale) – scrive – perché le acque e i pesci non conoscono confini e il rilancio della spesa nazionale forse passa davvero per i consumatori e le imprese di acquacoltura e di trasformazione, a partire proprio dalla Lombardia, prima regione per consumi di pesce (Milano è il primo mercato ittico nazionale), e perché abbiamo in dotazione il 75% delle acque dolci del paese”.
RIASSEGNARE RISORSE – L’obiettivo, non semplice, è anche quello di rilanciare la spesa. “Politicamente poco percorribile”, per quanto sia l’ipotesi più gradita all’assessore Fava, “una riassegnazione delle risorse alle Regioni più performanti, visto che è frutto di un accordo ratificato nella Stato-Regioni”. Ma “un intervento di pronta spesa, a regia nazionale, può essere una strada da percorrere, nell’interesse della tutela della risorse assegnate all’Italia”.
PROMUOVERE PESCE D’ACQUA DOLCE – Il piano suggerito da Fava prevede di partire “dalla promozione del pesce d’acquacoltura, di acqua dolce e di mare. E a tale proposito, d’intesa con Api (l’Associazione piscicoltura italiana) e le principali imprese di acquacoltura, abbiamo steso un programma di educazione/promozione al consumo di pesce nelle scuole”, che l’assessore sottopone al ministro Martina.
RIMODULARE RISORSE – “Il programma sarebbe da attuarsi – anticipa Fava – tramite un bando di gara gestito dal Mipaaf. Nella nostra ipotesi progettuale le risorse necessarie, 10 milioni di euro, sono reperite dai fondi rimanenti della programmazione Fep 2007/2013 e, in particolare, rimodulando le risorse a disposizione delle Regioni che hanno subito il disimpegno, e che hanno quindi dimostrato scarsa capacità di spesa”.(Ln)