Un 2014 “nero” per gli agricoltori italiani, parola di Eurostat
Tempi sempre più duri per gli agricoltori italiani. Nel 2014 il loro reddito (escludendo le attività e gli introiti non agricoli) è sceso in media dell’11% rispetto all’anno precedente, contro una media europea di -1,7%. Lo dice l’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, che il 15 dicembre ha reso noto le prime stime 2014 sul reddito medio per lavoratore in agricoltura (dati più precisi saranno resi noti a marzo). Quello dell’Italia è il quarto peggior risultato nell’Ue28, dopo Finlandia (-22,8%), Lituania (-19,4%) e Belgio (-15,2%). Tra i pochi Paesi che, nel 2014, hanno fatto segnare un incremento del reddito agricolo per lavoratore, la Slovenia (+13,3%), l’Ungheria (+9,1%) e la Repubblica Ceca (+7,2%), ma anche il Regno Unito (+6,9%) e la Francia (+1,2%).
Ponendo pari a 100 il reddito agricolo medio dell’anno 2005, l’indice in Italia è pari a 99,2. In sostanza, gli agricoltori italiani guadagnano meno di nove anni fa, mentre la media europea è di 134,4 (quindi oltre un terzo più del 2005), con punte di +116,4% in Slovacchia, +97,1% in Bulgaria, +96,4% in Ungheria, +88,6% in Estonia, +82,8% in Repubblica Ceca e +81,6% in Polonia. Anche la Germania, però, ha messo a segno un notevole +63,5%, mentre Francia (+6%) e Spagna (+2,2%) fanno poco meglio dell’Italia.
Più nel dettaglio, la discesa dell’1,7% dei redditi agricoli europei è dovuta a una caduta dei redditi reali del 4%, solo in parte compensata dalla concomitante riduzione dell’input di lavoro agricolo, sceso del 2,3%. La produzione agricola è cresciuta del 3,8%, ma i prezzi sono scesi del 9,5%. In crescita anche le produzioni animali (+1,9%), ma anche in questo caso con prezzi in calo (-2,8%).