Con gli Ambasciatori del gusto si racconta la passione
Grandi magazzini delle eccellenze e piccoli store che esaltano il Km0. Tendenze? Forse. Ma soprattutto ricerca di cibo più sano e che abbia meno impatto sull’ambiente. Lo dobbiamo alla nostra Terra e a noi stessi.
Dall’idea del “mangiare bene” nasce un progetto innovativo che si pone la missione di educare a un corretto regime alimentare senza rinunciare al gusto. Premiata con l’Ambrogino d’Oro consegnato alla sua fondatrice, Silvia Mantoni, Verdi’s è la start-up del nostro tempo che raccoglie storie autentiche di chi con amore e passione coltiva un frutto per regalare emozioni a ogni assaggio.
L’obiettivo è realizzare una rete di risto-shop artigianali al servizio del cliente che consuma i pasti fuori casa, dai bambini alle mamme sempre di corsa, agli impiegati col cronometro in pausa pranzo. Dietro il concept, voglia di natura, stagionalità, e innovazione, di eccellenze del territorio e sostenibilità. Tutto per offrire un’alimentazione equilibrata anche fuori casa, dalla colazione all’aperitivo, dal pranzo alla merenda. Ma ancora non basta. Per creare una cultura attorno al piatto buono, occorre saper dispensare spiegazioni che aiutino il cliente a scegliere consapevolmente e fondamentale diventa la formazione di un team di professionisti enogastronomici appassionati di food e di vita.
Nasce dalla risposta a questa esigenza la collaborazione di Verdi’s con la scuola professionale Galdus di Milano per forgiare una nuova figura professionale, più che mai necessaria in vista di Expo2015: l’Ambasciatore del gusto.
Nel corso, attivato presso l’istituto milanese, i candidati prescelti frequentano un percorso ricco di elementi teorico-pratici (oltre 90 ore) che li porterà a studiare in aula le eccellenze e le varietà del vero Made in Italy e a incontrare i produttori selezionati per capire come raccontarne la loro storia, la tracciabilità, la qualità.
Gli Ambasciatori del gusto incontrano Elisabetta Abrami, una piccola azienda agricola della Franciacorta, che ha fatto del Pinot Nero il punto di partenza di una grande avventura destinata al biologico. Nel 2005 con un desiderio che diventa realtà, Elisabetta passa dall’automotive alla viticoltura acquisendo un piccolo podere, dove la cantina è poco più di un rudere.
Si rimbocca le maniche, giorno per giorno, e i primi risultati non si lasciano attendere. Ma per crescere c’è bisogno di terra e poco a poco la piccola azienda trasforma altri terreni tra Provaglio, Paderno e Passirano, dal Lago d’Iseo a Brescia, fino a raggiungere i 15 ettari vitati, con una particolarità, solo 4 a Chardonnay e 11 a Pinot Nero. Una sfida che dopo dieci anni comincia a dare il suo buon frutto.