Dalla Svizzera erbe biologiche coltivate rispettando sostenibilità ambientale
di Sabrina Pinardi
(Canton Ticino) – Dici Svizzera e pensi al formaggio, al cioccolato e agli orologi. Eppure c’è un’azienda, con due siti produttivi in Svizzera e altri sparsi per il mondo, pronta a smentire questo luogo comune.
La Maeder Herbs coltiva erbe aromatiche, 25 tipi diversi di piccole piante profumate, spesso più mediterranee che alpine: basilico rosso e genovese, menta, rosmarino, coriandolo, lattughino e altre ancora.
ERBE FRESCHE BIO – Nel 2014 ha prodotto circa 250 tonnellate di erbe fresche biologiche e ne ha acquistate altre 200 per poi rivenderle, facendo crescere il fatturato fino a 15 milioni di franchi (14,3 milioni di euro).
LA PIANA DEL MAGADINO – Con Ifaj (International Federation of Agricultural Journalists), abbiamo visitato l’azienda di San Antonino, nella Piana di Magadino, nel Canton Ticino (gli altri centri sono a Boppelsen, vicino a Zurigo, a Tenerife e in Sud Africa, per un totale di oltre 180 lavoratori tra dipendenti e stagionali).
STANDARD ECOLOGICI – La serra in vetro della Maeder Herbs è al centro di una grande area pianeggiante, un tempo disabitata perché paludosa, trasformata dalla bonifica nel granaio del Ticino. Maeder Herbs è il più grande produttore di erbe biologiche della Svizzera. Sei anni fa, quando Ueli Maeder, il padrone di casa dell’azienda, ha deciso di coltivare le sue piante nel fertile terreno alluvionale di Magadino, sabbioso e quindi adatto a questo genere di coltivazione, una cosa gli era chiara: “Fin da subito ho pensato che si sarebbe dovuto trattare di un’unità produttiva che rispettasse gli ultimi standard ecologici”. E così è stato.
ENERGIA DA PANNELLI E RICICLO ACQUA PIOVANA – La grande costruzione in vetro che domina per centinaia di metri il paesaggio della piana è straordinaria non soltanto per le dimensioni (300 metri per 130, l’equivalente di 12 campi da calcio), ma anche per il sistema ingegnoso e amico dell’ambiente sul quale si basa: l’energia è fornita da pannelli solari, e per irrigare le piante si utilizza un sofisticato sistema di ricircolo dell’aqua piovana. Certo, le serre stonano un po’ con il panorama delle Alpi che fa da sfondo, ma coltivare erbe biologiche fragili come il basilico qui a Magadino sarebbe, altrimenti, impossibile: il vento forte da nord danneggerebbe le foglie delicate, le piogge copiose sommergerebbero le erbe, e le masse d’aria fredda che scendono a valle nelle notti di primavera darebbero loro il colpo di grazia. Grazie alle serre godono, invece, di ottima salute.
A ZURIGO CONFEZIONAMENTO E VENDITA – “Le tagliamo al mattino – spiega Thomas Goerlitz, il manager dell’impianto facendoci annusare le specialità di casa – e poi le portiamo a Zurigo per il confezionamento e la vendita”.
La pianta più sensibile? “Sicuramente il basilico. Se c’è un fungo, nel giro di 4/6 ore si propaga e uccide tutte le piante. E poi c’è il freddo. Per alcune piante, prima di sceglierle, abbiamo fatto delle prove: per il rosmarino, ad esempio, abbiamo testato 30 varietà diverse e abbiamo seminato le tre varietà più resistenti alle basse temperature”.
IRRIGAZIONE SENZA SPRECO RISORSE IDRICHE – Da flagello a risorsa: l’acqua piovana, grazie a un sistema di ricircolo, viene sfruttata per l’irrigazione delle piante. Durante un temporale, nella Piana di Magadino possono scendere 100 litri di acqua per metro quadrato in 24 ore. Sui 40 mila metri quadrati della serra, cadono 4 milioni di litri d’acqua, che viene catturata in canaline e pompata in un grande deposito. L’acqua viene poi filtrata e distribuita alle radici delle piante attraverso un irrigatore interrato: in questo modo le piante e la superficie del suolo rimangono asciutte, evitando problemi legati a funghi ed erbe infestanti, un aspetto da non sottovalutare per una coltivazione biologica.
GREEN E HIGH-TECH – La componente chiave di questa azienda “verde” è il computer che controlla il microclima. Oltre a far funzionare la ventilazione, la fornitura di energia elettrica e il calore, misura anche l’intensità della luce, azionando 12 schermi in nylon che coprono l’intera area e creano zone d’ombra quando il sole è troppo caldo. Una “coccola” in più per queste piante sensibili, che non amano temperature eccessive, e un accorgimento che permette di risparmiare fino al 50% del normale consumo di una serra.