Alimentare: presidenza greca Ue con Italia contro il “semaforo” Gb che penalizza Igp e Dop
La presidenza di turno dell’Ue sostiene la posizione dell’Italia ed è pronta a dare battaglia per garantire la libera circolazione dei prodotti alimentare mediterranei in Gran Bretagna. Questa la posizione espressa dal ministro ellenico per l’agricoltura Athanasios Tsaftaris nel corso di una conferenza stampa svoltasi in occasione dell’avvio del semestre di presidenza greca dell’Unione.
IL “SEMAFORO” INGLESE STOPPA PRODOTTI DOP E IGP – Nel mirino dei Paesi Med e non solo c’è il cosiddetto ‘semaforo’ che Londra ha raccomandato di porre sull’imballaggio dei cibi – utilizzando un codice verde o giallo o rosso – per classificare gli alimenti, come più o meno salutari, in base ai contenuti di grassi, sale e zucchero per 100 grammi di prodotto.
Un sistema che rischia di penalizzare e discriminare molte delle ‘eccellenze alimentari ‘ che hanno ottenuto i marchi di qualità Ue Igp e Dop. Il semaforo, dichiaratamente volto ad avvertire i consumatori del rischio che comporta l’eccesso di grassi, sale e zuccheri negli alimenti che acquistano, rischia paradossalmente di penalizzare proprio i prodotti più importanti del cibo “made in Italy” e le denominazioni protette della dieta mediterranea, sinonimo di qualità e genuinità. Il semaforo nell’etichetta di un alimento diventa rosso quando vengono superate le dosi massime giornaliere (“daily intake”) di grassi (17,5 grammi) sale (1,5 grammi) e zuccheri (22,5 grammi) per 100 grammi di prodotto.
DOP E IGP IN LOMBARDIA – Questo semaforo colpirebbe direttamente anche la Lombardia, il cui fiore all’occhiello della produzione agroalimentare lombarda sono proprio i prodotti a indicazione geografica protetta DOP – Denominazione di Origine Protetta e IGP – Indicazione Geografica Protetta. Questi prodotti di qualità rappresentano il frutto di una attività agricola che ha saputo mantenere vive e vitali le tradizioni, senza ignorare lo sviluppo delle tecnologie. Oggi la Lombardia può vantare 29 prodotti certificati, di cui 17 DOP e 12 IGP la cui qualità è riconosciuta in Italia e a livello internazionale.
CONSEGUENZE – L’impatto del ‘labelling’ inglese è sconcertante. Basti pensare che un olio d’oliva extravergine riconosciuto scientificamente per le sue qualità nutrizionale e di contrasto all’obesità e ad altre patologie anche gravi, rischia di essere bollato con un’etichetta rossa – e quindi come ‘non sano’ – per l’elevata presenta di grassi ogni 100 grammi di prodotto. Al contrario, un semplice olio di semi otterrà il bollino verde, che si traduce in un incoraggiamento al consumatore ad acquistare il prodotto.
“Ne abbiamo già parlato a Bruxelles nell’ultimo Consiglio dei ministri Ue dello scorso anno – ha ricordato Tsaftaris – constatando che c’è una maggioranza di Paesi contraria a questa discriminazione. Ora aspettiamo di vedere a quali conclusioni arriveranno i servizi della Commissione Ue” che devono valutare la conformità dell’iniziativa inglese con le norme comunitarie.
CON ITALIA E GRECIA ANCHE GRAN PARTE DEI 27 PAESI UE – “Se sarà necessario – ha concluso il ministro – siamo pronti a intervenire”. Con Italia e Grecia si sono già schierati Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Croazia, Ungheria, Irlanda, Bulgaria, Repubblica Ceca e Belgio. L’Italia ha evidenziato anche le conseguenze preoccupanti del ‘labelling’ inglese per gli agricoltori e per le aziende, che rischiano di perdere quote di mercato.
ALL’ OLIO D’OLIVA SI PREFERISCONO LE BIBITE GASSATE – Durante il Consiglio dei ministri della Salute dei Ventotto, a Bruxelles, in assenza del ministro italiano, il numero due della rappresentanza permanente presso l’Ue, Marco Peronaci, ha sottolineato che rischia di prodursi una situazione paradossale per cui nei supermercati britannici molte Dop che l’Unione promuove, come ad esempio l’olio extravergine di oliva, o il parmigiano, si ritroverebbero stigmatizzate dal bollino rosso nei supermercati britannici, mentre non lo sarebbero prodotti di bassa qualità, come ad esempio bibite gassate dolcificate all’aspartame. Inoltre, l’etichetta dei prodotti col semaforo, se commercializzati dai grandi distributori britannici in altri paesi membri, comporterebbe problemi a livello di coerenza del mercato unico, ha sottolineato il rappresentante dell’Italia.
L’esponente britannico nel suo intervento si è limitato a ribadire che Londra non ha violato alcuna norma comunitaria, essendo il sistema a semaforo applicato in base a un accordo volontario del governo con le catene di distribuzione.
Il governo conta di riportare la battaglia anche al livello dei ministri dell’Agricoltura e di quelli competenti per il Mercato interno, sollecitando la Commissione a intervenire con i suoi poteri di controllo.
“Quello inglese è un sistema di etichettatura che condiziona e non informa i cittadini, uno strumento semplicistico che rischia di danneggiare i prodotti di qualità, in particolar modo quelli italiani”, ha dichiarato in una nota nel pomeriggio Paolo De Castro (Pd), presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
“Lo scorso settembre – ha ricordato De Castro – abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare per invitare la Commissione a occuparsi della vicenda… Criteri standard di valutazione, basati sui quantitativi di sale, zuccheri e grassi presenti, non permettono al consumatore di leggere nel dettaglio l’etichetta e scegliere autonomamente l’acquisto. È evidente che questo sistema penalizza gravemente i prodotti a denominazione e indicazione di origine, con un chiaro danno per il made in Italy agroalimentare… Il Parlamento europeo – ha concluso – continuerà a battersi per garantire la trasparenza delle informazioni in etichetta, tutelando consumatori e prodotti di qualità”.