Bergamo, anche Wwf in campo per fermare i cinghiali
Coldiretti, Confagricoltura e Wwf hanno sottoscritto un protocollo per chiedere alla Provincia di Bergamo di trovare una soluzione ‘radicale’ al problema dei cinghiali. Lo hanno firmato Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo, Emanuele Medolago Albani, membro di Giunta di Confagricoltura Bergamo, Mario Zamboni, presidente del Comitato WWF Bergamo e Enzo Mauri, direttore della Riserva Naturale regionale e SIC di Valpredina. Quindi lo hanno trasmesso al presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano e all’assessore provinciale alla Caccia, Pesca e Sport Alessandro Cottini.
Documento in sei punti
Articolato in sei punti dettagliati, il documento formula proposte precise e prende in considerazione i vari aspetti di un fenomeno, quello dei cinghiali a Bergamo, che nel corso dell’ultimo anno si stima abbia causato oltre 100.000 euro di danni. Una cifra che aumenta in modo considerevole se si considerano i danni reali ai sistemi agro-forestali (e non solo quelli relativi al mancato raccolto). Nonché i danni subiti da chi non ha presentato richiesta di indennizzo.
Si chiede trasparenza
Mario Zamboni, presidente del Comitato Wwf Bergamo, ha evidenziato come l’inarrestabile diffusione dei cinghiali si sia cronicizzato negli ultimi anni. E che il lavoro comune portato avanti con Coldiretti e Confagricoltura rappresenti un momento rilevante. Perchè su questo problema si chiede trasparenza oltre che interrompere un conflitto di interessi causa principale dell’inefficacia delle azioni sino ad ora intraprese sottolineando che non è inaccettabile porre sullo stesso piano attività svolte per “hobby o sport” con il difficile e duro lavoro dell’agricoltura in aree disagiate.
Il cinghiale è diffuso in particolare nelle zone collinari della Bergamasca, soprattutto sui colli di San Fermo, da dove spesso gli esemplari si allontanano.