Da Expo nel mondo il nuovo “Vignaioli del Buttafuoco Storico”
Dopo 19 anni di attività il Consorzio Club del Buttafuoco Storico lancia un proprio vino sul mercato. Per presentare questa nuova proposta riservata a chi ama bere bene “I vignaioli del Buttafuoco Storico” è stato scelto Pianeta Lombardia, lo spazio di Regione Lombardia in Expo, all’incrocio tra Decumano e Cardo.
Con il lavoro di assemblaggio dei vini curato dall’enologo Mario Maffi, è nato “I Vignaioli del Buttafuoco Storico”, un vino ambasciatore che ha il delicato compito di far conoscere nel mondo la qualità di questa piccola ma unica denominazione.
IL PERCORSO DELLA QUALITA’ – Le partite di vino utilizzate per far nascere il vino Consortile seguono tutto il percorso iniziale obbligatorio per divenire Buttafuoco Storico. Prevedono la verifica del vigneto da parte della Commissione di campagna (agronomi esterni) per verificare il carico, la maturazione e la sanità delle uve. Dopo l’autorizzazione della commissione, raccolta e vinificazione avvengono nella sede di ogni singolo socio. Nel febbraio successivo una degustazione tenuta dalla Commissione di Cantina (enologi esterni) ne valuta l’andamento; dopo 12 mesi ulteriore degustazione di valutazione, dopo 26 mesi dalla vinificazione viene fatta la degustazione finale con punteggio centesimale: il Buttafuoco Storico per diventare tale deve raggiungere almeno 80/100.
Le vigne che raggiungono in questa fase il punteggio di idoneità posso essere utilizzate per realizzare il Buttafuoco “I vignaioli del Buttafuoco Storico”.
Le partite vengono assemblate secondo percentuali variabili di anno in anno e il vino viene acquistato al prezzo di 2-3 volte superiore a quello di mercato per consentire opportuni margini a chi ha lavorato nel rispetto delle tradizioni, del territorio e della qualità.
Tra gli obiettivi del Consorzio, la creazione di un “veicolo” di introduzione alle Cru, che gioveranno della maggior riconoscibilità del marchio, la maggior capacità produttiva per un unico Buttafuoco che diventa strumento in grado di offrire liquidità per piccole realtà contadine in grado di produrre ottime materie.
UN TERRITORIO UNICO – “Il Buttafuoco è una realtà con caratteristiche uniche che nasce in un territorio unico” ha spiegato il presidente del Club Giulio Fiamberti . “Un territorio – ha proseguito – difficile per la ripidità, la difficoltà di lavorazione e per la bassa redditività del valore delle uve prodotte se non veicolate sotto una forte denominazione; oggi facciamo un nuovo passo per rafforzare questa denominazione e dare un futuro possibile alla viticoltura sullo Sperone di Stradella”.
“Comunicare la tradizione e la qualità di un territorio non è facile” ha commentato il direttore del Consorzio del Buttafuoco Armando Colombi “da oggi abbiamo uno strumento per portare un pezzo di Oltrepò Pavese nel Mondo e far capire agli amanti del vino cosa significa il Buttafuoco”.
OLTREPÒ PAVESE, LA CULLA DELLA VITIVINICOLTURA – La viticoltura nell’Oltrepò Pavese è antichissima e i primi documenti scritti risalgono a Plinio e a Strabone che nel 40 a.C., passando con una legione romana, scrisse «vino buono, popolo ospitale e botti in legno molto grandi». I 13.500 ettari vitati dell’Oltrepò Pavese corrispondono alla superficie occupata da 18.900 campi da calcio della dimensione dello Stadio Olimpico. Mettendo in fila i 54 milioni di piante di vite d’Oltrepò (a distanza di 1 metro come sono solitamente disposte nel filare) si potrebbe fare 1,3 volte il giro del mondo. La missione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese è tutelare e promuovere una delle prime cinque storiche Denominazioni d’Italia per numero di ettari vitati.
Sulle colline oltrepadane i vitigni più rappresentativi sono:
Croatina, Barbera, Pinot nero, Riesling e Moscato. Il vino bandiera è il «Cruasé», marchio collettivo riservato ai soci che identifica le bollicine Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG rosé da uve Pinot nero; il vino della tradizione è il Bonarda, la cui produzione tocca i 20 milioni di bottiglie. Il bianco più caratteristico è il Riesling; il rosso più internazionale è il Pinot nero mentre quello dal nome più evocativo è il Buttafuoco. I focus del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese erano e restano due: tutti i colori del Pinot nero, con un accento sulla spumantistica Metodo Classico e Metodo Charmat; il Bonarda, un evergreen da bere in ogni momento dell’anno per creare calore e allegria, un prodotto che sorprende per piacevolezza e versatilità.
Consorzio Club del Buttafuoco Storico
Frazione vigalone 106 27044 Canneto Pavese (Pv)
Tel 0385.60154 www.buttafuocostorico.com
Rif. Armando Colombi mob. 339.3012636 direttore@buttafuocostorico.com