Donne, mogli e madri: anche l’agricoltura si fa più rosa

agricoltura sempre più rosa
Agricoltura sempre più rosa. Sono tutte donne e per combattere la crisi evitano gli sprechi, inventano nuovi oggetti ecosostenibili, riportano in vita antichi mestieri e ritornano alla natura facendo dell’innovazione la formula per reinventare il settore primario. Riciclo, riutilizzo e novità: sono queste le parole d’ordine alla base delle idee femminili che cambiano l’agricoltura.

Tante idee e spunti pratici

Alcune hanno trovato il modo di utilizzare gli scarti della vinificazione per realizzare matite colorate e originali imballaggi. Quindi altre risollevano le sorti della coltivazione dell’aglio immaginando un nuovo tipo di commercio. Infine, altre ancora creano articoli di design scegliendo la paglia. Originalità e, soprattutto, maggiore attenzione e cura per l’ambiente.

Sì al biologico

Sì dunque al biologico, a un uso consapevole e alla capacità di rileggere la tradizione sono i loro punti di forza: secondo i dati della Cia, la Confederazione italiana agricoltori. Costituiscono il 40 % della forza lavoro complessiva impiegata in agricoltura e in dieci anni la quota di aziende agricole guidate da donne è passata dal 30,4% al 33,3% attuale. Dove le aziende agricole sono guidate per più del 33% da imprenditrici.

‘Femminizzazione’

Così rivive il settore agricolo grazie a un processo di ‘femminizzazione’ che sale dal Sud del Paese, dove la disoccupazione femminile, nel secondo trimestre 2012, ha raggiunto il picco negativo del 48% per le ragazze tra i 15 e i 24 anni.

La storia di Sara Lucietto

Sara Lucietto, 26 anni, si è laureata un anno fa al Politecnico di Milano in Disegno industriale degli interni. Però non immaginava che avrebbe esercitato impastando terra e paglia. Infatti, dopo un periodo di volontariato, è diventata socio della cooperativa “Panta Rei”, in provincia di Perugia. Che oltre all’olio, alla coltivazione di lavanda e agli allevamenti, fa anche bioedilizia e corsi di formazione per insegnare a costruire con la tecnica della paglia e dell’argilla, 100% riciclabile. Il segreto? Guardarsi attorno e “chiedersi cosa ci fosse a disposizione”.
“L’Umbria è ricca di terra argillosa e paglia, considerate materiale di scarto in agricoltura. Ottime per l’edilizia”, ha spiegato Sara. “Sono sempre stata appassionata – ha aggiunto – di tecniche di costruzione naturale, ma al Politecnico non pensavo di dedicarmi a un tipo di lavoro di questo genere. Diciamo che mi sono dovuta reinventare la figura di designer d’interni, e ora spero che l’esperimento fatto quest’anno possa continuare anche in futuro”. Intanto con questa tecnica sono stati costruiti i 3000 metri cubi del centro e il nuovo frantoio dell’Istituto agrario di Todi.

Ancora pochi spazi

Nonostante i numeri positivi del settore, le lavoratrici hanno ancora pochi spazi rispetto agli uomini. In attesa di vedere attuato un piano per il lavoro con agevolazioni fiscali per le assunzioni, a partire dal primo gennaio 2013, di donne di qualsiasi età. Infatti la Cia ricorda che, dal punto di vista delle aziende ‘rosa’, andrebbe anche studiato un fondo ‘ad hoc’. Ovvero un progetto a sostegno dell’agricoltura sempre più rosa sul microcredito specifico per la categoria. Visto che, ancora oggi, le imprenditrici subiscono forti discriminazioni di genere nell’accesso al credito agricolo.

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