E’ lombardo il ricercatore che ha creato il biogeneratore capace di rendere più sicura l’acqua destinata a bestiame e piante
Scoprire che ionizzare l’acqua e rendere così i capi d’allevamento più produttivi e più sani, non è cosa da poco. A utilizzare questa tecnica è stato Mario Carra, laziale di nascita, ma da molti anni lombardo acquisito che, dopo anni di studi e ricerche, è riuscito a creare un biogeneratore che sta dando grandi risultati.
Le sperimentazioni sono partite nel profondo nord est ma ora punta dritto sulla pianura lombarda. Nella Marca Trevigiana l’azienda agricola “Dall’Armellina” di Mareno sul Piave, oltre mille capi bovini allevati per produzione di carne, ha messo in funzione un biogeneratore che energizza e dinamizza l’acqua con un procedimento di grande semplicità e sicurezza e che copre gli oltre 30 litri di acqua che ogni animale beve quotidianamente. I risultati, spiegano i proprietari dell’azienda, sono stati immediati e con cifre di tutto rispetto; soprattutto in un momento così delicato dal punto di vista economico e di gestione delle aziende.
La ionizzazione ha migliorato la salute dei capi con una netta diminuzione dei costi sanitari quantificabili in un risparmio di circa trentamila euro all’anno. Di fatto sono state ridotte le morti delle vacche allevate. Un taglio poderoso hanno subito le spese veterinarie ed è quasi scomparso lo stress presente in animali da allevamento. Non solo.
Gli allevatori hanno certificato una riduzione dell’ossidazione delle carni con risultato di una conservazione del colore originale per più giorni dal taglio della carne stessa. Stessi effetti di grande produttività e di altrettanto risparmio sono stati altrettanto certificati dall’azienda orticola “Lorenzo Trevisi” sempre in provincia di Treviso.
Applicando la tecnica di dinamizzazione dell’acqua hanno prodotto, in serra, piantine con meno quantità di acqua e temperature più basse, racimolando un risparmio energetico tra i cinquemila ed i diecimila euro all’anno. Sensibilmente migliore anche la qualità dei vegetali visto che c’è stato un annullamento o una decisa riduzione delle problematiche dovute a crittogame o a insetti corrispondente poi ad una maggiore robustezza delle piantine.
Risultati eccellenti sono stati evidenziati dai viticoltori trevigiani che hanno preso parte al “Progetto Vigneto 2012” di Ettore Contardi e Gianluigi Longatti. “Alto il rendimento organolettico dell’uva e del vino – si legge nel rendiconto del risultato – e più sapore e aromaticità del frutto; con conseguenza diretta sul vino”.
Chi ha reso possibile l’introduzione di questa tecnologia nel settore agricolo e di allevamento di animali è Mario Carra, romano ma, da molti anni, residente a Milano; da sempre la sua passione è stata quella di occuparsi delle proprietà energetiche dell’acqua. “Il Biogeneratore non è altro che un cilindro composto da un sistema brevettato che, utilizzando luce diretta o indiretta, raccoglie l’energia naturale presente nel nostro ambiente indirizzandola nell’acqua che viene naturalmente ionizzata e dinamizzata e che successivamente, attraverso impianti di abbeveraggio, viene utilizzata dagli animali o, tramite impianti di irrigazione, viene assorbita dalla terra coltivata”.
“Utilizzando gli EM, micro organismi attivi, insieme al Bio generatore – spiega Carra – si è riscontrata una drastica diminuzione di batteri nelle piante senza alcun utilizzo di prodotti chimici”.“La nostra tecnica – illustra ancora – è facilmente sintetizzabile: si utilizzano i micro organismi attivi che, insieme al biogeneratore diminuiscono i batteri.
Il risultato è così immediato: maggior produzione agricola e migliore qualità del prodotto che è naturalmente biologico. Di contro si assiste a una minor spesa di gestione delle aziende agricole che possono fare a meno di fertilizzanti chimici, erbicidi e diserbanti, con un considerevole risparmio nelle cure veterinarie”.
L’attenzione di Carra verso questi temi viene da lontano e ha solide radici scientifiche. “Seguendo gli studi di Bio Energia dell’architetto biotermico padovano Dario Bonomo – racconta a Newsageagro.it – abbiamo concentrato gli sforzi su come catturare naturalmente le energie naturali presenti in natura e su come trasferirle sui terreni e nell’acqua. Un lavoro complesso che si è avvalso anche degli studi sulle proprietà e sulle caratteristiche dell’acqua effettuati in Giappone da Masaru Emoto e delle ricerche di Joan Davis docente alla Zurich Technical University, nonchè dello studioso della natura Johann Grander: scopritore del fenomeno dell’animazione dell’acqua. I risultati ora ci danno ragione sul campo”.
“Fino da oggi il biogeneratore, accompagnato dalla tecnica di ionizzazione, lo abbiamo applicato sia in allevamenti di bovini da carne, sia in aziende agricole produttrici di orto frutta, ma”, continua Carra, ”siamo ora pronti alla sperimentazione in allevamenti. A dire il vero già esiste una buona prospettiva per quanto riguarda l’applicazione in porcilaie. Quello che però noi vorremmo è la possibilità di provare il biogeneratore in stalle di grandi dimensioni, come numero di capi, dove si allevano vacche da latte. Secondo le nostre proiezioni una migliore salute del bovino con l’utilizzo degli ioni – conclude Carra – porterebbe un’elevata qualità e quantità della produzione lattiero casearia. Ci contiamo molto vista la presenza di queste strutture in tutta la pianura padana”.
Gianfranco Salvatori