È la Lombardia, secondo il rapporto Green Italy 2012, con 69.145 imprese green la regione leader in Italia. Per numero assoluto di aziende che hanno investito o investiranno tra il 2009 e il 2012 in tecnologie e prodotti verdi.
Per quanto riguarda le province lombarde, Milano si colloca al primo posto con 28.984 imprese green. Ovvero ben il 24,4% del totale delle imprese della provincia.
Brescia più green di Bergamo
Seguono Brescia con 9.055 imprese green (24,2%), Bergamo con 8.192 aziende (26,9%), Varese con 5.822 (24,9%), Como con 4.301 (26,7%), Pavia con 2.791 (23,3%), Lecco con 2.514 (27,8%), Mantova con 2.460 (23,8%), Cremona con 2.097 (25,3%), Sondrio con 1.521 (28,3%) e Lodi con 1.408 imprese (28,6%).
Milano in vetta anche a livello nazionale
L’ottimo risultato della provincia di Milano è confermato anche su scala nazionale: Milano è al primo posto in Italia nella graduatoria provinciale per numero di imprese green.
La peculiarità
La peculiarità della green economy italiana sta nella riconversione in chiave ecosostenibile anche dei comparti tradizionali dell’industria italiana di punta. Il Paese ha sviluppato in maniera diffusa nelle sue imprese e nei territori una reinterpretazione della green economy del tutto particolare – secondo Symbola e Unioncamere -, che incrocia le vocazioni delle comunità con la tecnologia e la banda larga, la filiera agroalimentare di qualità legata al territorio con il made in Italy e la cultura.
Rapporto Osce su innovazione
Non è un caso se l’Ocse, nel recente rapporto sull’innovazione nei diversi Paesi aderenti all’organizzazione, ha rilevato come nell’ultimo decennio le attività di ricerca nel campo delle tecnologie legate all’ambiente hanno sviluppato per il nostro Paese una vera e propria specializzazione. Nonchè con riflessi positivi sulla creazione di nuova occupazione. Basti pensare che circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate complessivamente dalle imprese del settore privato per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità.
Rivoluzione verde
La green Italy, insomma, è una rivoluzione verde che già oggi interessa il 23,6% delle imprese industriali e terziarie e attraversa il Paese da Nord a Sud, tanto che le prime dieci posizioni della classifica regionale per diffusione delle imprese che investono in tecnologie green sono occupate da quattro regioni settentrionali e sei del Centro-Sud.
Le imprese della green Italy, inoltre, sono quelle che hanno la maggiore propensione all’innovazione: il 37,9% delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18,3% delle imprese che non investono green. Idem dicasi per la propensione all’export: il 37,4% delle imprese green vanta presenze sui mercati esteri, contro il 22,2% delle imprese che non investono nell’ambiente.
Non basta fronteggiare la crisi
“Per far ripartire il Paese non basta fronteggiare la crisi – ha spiegato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci -. Affrontare i nostri mali antichi: il debito pubblico, l’illegalità e l’evasione fiscale, le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, il sud che perde contatto, una burocrazia speso soffocante. Serve una visione in grado di mobilitare le migliori energie per affrontare le sfide del futuro”. “È necessario – ha aggiunto – difendere la coesione sociale non lasciando indietro nessuno, e scommettere sull’innovazione, sulla conoscenza, sull’identità dei territori: su una green economy tricolore che incrocia la vocazione italiana alla qualità e si lega alla forza del made in Italy. È necessario cambiare partendo dai talenti dell’Italia che c’è. Per uscire dalla crisi e trovare il suo spazio nel mondo che cambia, insomma, l’Italia deve fare l’Italia”.
La strada ‘verde’ rappresenta ormai una via segnata e battuta anche da una percentuale significativa di imprese in fase di start-up, nel manifatturiero come nell’agricoltura e nel terziario, a partire dal turismo.
Tra le “vere” nuove imprese individuate da Unioncamere (circa 103.000) nei primi sei mesi del 2012, il 14% ha già realizzato nella prima parte dell’anno o realizzerà entro il 2013 investimenti green.
Occupazione
La Green Italy, inoltre, è diffusa in modo pervasivo in tutto il Paese, da Nord a Sud. Anche per quanto riguarda l’occupazione la green economy sembra possedere una marcia in più. Nonchè tenere meglio ai venti della crisi, tanto che il 38,2% delle assunzioni complessive programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell’industria e dei servizi per l’anno in corso si deve alle aziende che investono in tecnologie green. Guardando ai numeri assoluti, ciò significa che sul totale di oltre 631.000 assunzioni complessive programmate, oltre 241.000 sono ascrivibili a imprese che credono nella green economy.
Imprenditoria dinamica
L’imprenditoria legata all’ambiente, secondo Green Italy 2012, dimostra di avere una dinamicità in campo occupazionale: delle 358 mila imprese che hanno investito negli ultimi tre anni – o lo faranno quest’anno – in tecnologie green. Ben il 20% prevede nel 2012 di assumere, laddove per le altre imprese non investitrici la quota quasi si dimezza. (12,6%). Inoltre, circa il 30% delle assunzioni complessive non stagionali programmate per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità.