Libro bianco su insetti commestibili, soluzione sostenibile ai fabbisogni alimentari del futuro
Il progetto “Edible Insects” nasce da uno stato di fatto. La necessità di garantire la sicurezza alimentare ad una popolazione mondiale che, nel 2050, si prospetta di oltre 9 miliardi di persone ha spinto a guardare, con crescente interesse, all’impiego degli insetti come fonte di proteine animali per l’uomo e come mangime per gli animali. La fame, che affligge un quinto delle popolazione nei paesi in via di sviluppo, è un grande ostacolo al progresso degli individui e della società. Senza opportuni interventi, la malnutrizione, con le morti e le malattie conseguenti, si perpetua da una generazione all’altra. Il progetto “Edible Insects” (che è sviluppato in modo multidisciplinare da oltre 200 esperti diuniversità, centri di ricerca e istituzioni) vuole riaffermare che il consumo e l’allevamento d’insetti commestibili rappresenta una delle vie da percorrere necessariamente per aumentare la produzione mondiale di cibo in modo sostenibile. Quello che emerge dal libro bianco, è che attualmente vi è uno scarso livello di approfondimento dell’argomento, relegato ad uno spazio marginale, con il rischio di perdere le opportunità offerte dalla ricerca e dallo sviluppo tecnologico del settore.
Il progetto è stato presentato in Expo alla presenza di Matteo Fornara, Direttore del Padiglione Europa e di Claudia Sorlini, Presidente del Comitato Scientifico delle Università per Expo.
Promosso da Andrea Mascaretti, responsabile del Salone Internazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare della Società Umanitaria, il progetto è stato coordinato da un punto di vista scientifico da un pool di esperti, quali Ettore Capri e Maura Calliera (Opera – Centro di Ricerca per la Sostenibilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), Mario Colombo (Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano) e Roberto Valvassori (Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della vita dell’Università degli Studi dell’Insubria).
Per sfamare il Pianeta occorrono enormi quantità di proteine alimentari da produrre industrialmente. Le proteine di qualità, quelle animali, richiedono l’utilizzo di molta energia, terra, acqua potabile e di cereali; spesso producono grandi quantità di gas serra e inquinanti.
Gli insetti commestibili rappresentano una delle soluzioni dalle quali non si potrà prescindere in futuro. Chiarisce Mascaretti (a inistra nella foto): “L’obiettivo da raggiungere entro il 2015 è che almeno il 20% delle proteine per l’alimentazione umana e animale sia prodotto da allevamenti industriali di insetti commestibili, che rappresentano una fonte alimentare molto efficiente e sostenibile”.
Roberto Valvassori, Dipartimento di Biotecnologie dell’Università dell’Insubria, si sofferma sul fatto che “promuovere l’attenzione degli stakeholder istituzionali sul tema degli insetti commestibili significa allineare anche l’Italia sull’ampio fronte di paesi in cui gli Edible Insects non vengono più considerati un tabù insormontabile e vengono condotte ricerche specifiche su questi animali che non solo rappresentano una potenziale e importante fonte di alimento per l’uomo e per gli animali d’allevamento ma sono anche miniera inesauribile di prodotti e di molecole con potenziale applicabilità sia in ambito agronomico, della salute dell’uomo e industriale.”
L’allevamento degli insetti presenta numerosi altri aspetti positivi. Ad esempio, è stato stimato che l’Ortottero Grillide Acheta domesticus è in grado di convertire oltre il 90% dell’alimento ingerito in biomassa corporea risultando due volte più efficiente del pollo, almeno quattro volte più del maiale, e 12 volte più dei bovini; la potenzialità ad essere allevati su prodotti non in competizione alimentare con l’uomo (scarti/reflui), riducendo il problema dello smaltimento dei rifiuti e diminuendo la carica batterica; le basse emissioni di gas serra e di ammoniaca; il ridotto spazio richiesto per la loro produzione; il basso consumo di acqua potabile.
I ridotti tempi di crescita e l’elevata efficienza di conversione degli alimenti in proteine animali ridurrebbe notevolmente anche l’impatto sull’ambiente. L’industria alimentare europea potrà garantire un utilizzo certificato di prodotti derivati da insetti allevati e alimentati secondo determinati standard di qualità, per assecondare la crescente richiesta dei mercati interni o esteri di cibi a base di insetti. Inoltre l’industria mangimistica europea, con una produzione di circa 153 milioni di tonnellate l’anno, rappresenta circa il 15% del mercato globale dell’alimentazione animale. La fornitura strategica di proteine è cruciale ed è in parte compensata dalla soia, la cui produzione in Europa non è sufficiente e, in generale, non sostenibile. E allora perché non produrre più fonti proteiche in Europa? Per sviluppare cibi e mangimi sostenibili, secondo la FAO, si potrebbe ricorrere all’impiego di insetti come materie prime per l’alimentazione dell’uomo e la preparazione dei mangimi zootecnici.