Liguria virtuosa in spesa fondi europei Psr, in arrivo le fattorie sociali con agro-nidi d’infanzia
Liguria tra le regioni italiane più virtuose per l’impiego dei fondi europei assegnati dal Programma di sviluppo rurale 2007-2013. E’ stata infatti ampiamente superata la soglia di investimenti necessaria per evitare il ‘disimpegno automatico’ delle risorse per il comparto agricolo, previsto dalle norme comunitarie per coloro che non spendono i fondi europei. Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni Barbagallo, aprendo i lavori del forum sullo sviluppo rurale “Tra mare e montagna” di Finalborgo, nel savonese.
“Se in questi anni la macchina regionale non avesse funzionato a dovere – ha spiegato Barbagallo – si sarebbe verificata una perdita secca di ingenti risorse economiche, come accaduto in altre regioni, con danni enormi per le aziende agricole liguri e a tutta filiera rurale regionale”.
FAVORITO INSERIMENTO DEI GIOVANI – Rispetto ai 290 milioni di euro del totale delle risorse assegnate alla Regione Liguria per il periodo 2007-2013, sono stati già impegnati 245 milioni. Ai beneficiari sono stati liquidati 163 milioni di euro di cui 121 per investimenti e 43 a sostegno delle diverse attività nei terreni, fra cui l’agricoltura biologica.
Sono 6.240 le imprese che hanno ricevuto aiuti dal Psr, oltre 3.000 i privati cittadini e le famiglie e 76 gli enti pubblici. I fondi europei hanno favorito l’insediamento in agricoltura di 467 giovani, di cui 206 donne, la realizzazione di 45 chilometri di strade interpoderali e di diversi acquedotti consortili con 70 km di condutture, 100.000 metri quadrati di muretti a secco, antichissimo patrimonio storico e ambientale della Liguria dell’Età del Ferro (1000 a.C), il sostegno agli agriturismi per incentivare le fattorie didattiche e la conservazione del patrimonio forestale, che in Liguria rappresenta il 70 per cento del territorio. Entro la fine del 2013 le Regione Liguria conta di impegnare quasi tutte le risorse.
Tra le proposte emerse durante il forum regionale sull’agricoltura ligure anche una serie di azioni per ottimizzare maggiormente le spese e ridurre i costi verso gli obiettivi strategici. Fra questi, la filiera e la gestione del bosco per trasformarlo in una risorsa con il legname e le biomasse, gli investimenti per il risparmio energetico favorendo le rinnovabili, soprattutto per la competitività del florovivaismo, una agricoltura intensiva con costi molto alti, che rappresenta il 70% dell’agricoltura ligure, la filiera agroalimentare, l’innovazione, la semplificazione e la governance dei finanziamenti Psr.
Nel complesso monumentale di Santa Caterina di Finalborgo, che ha ospitato il convegno, un esempio è arrivato dal Consorzio ospitalità diffusa nel parco dell’Aveto che ha offerto ai partecipanti del convegno una pausa pranzo con una serie di assaggi enogastronomici con i prodotti locali di qualità degli operatori – agriturismi, azienda agricole, trattorie, caseifici, mulini, pasticcerie, panifici – di Ne, Borzonasca, Mezzanego, Rezzoaglio, Santo Stefano d’Aveto.
Altro punto affrontato il disegno di legge sull’inclusione sociale. L’agricoltura sociale, oltre a offrire un’opportunità integrativa di reddito agli agricoltori, inserendo in azienda persone disagiate, potrebbe favorire anche aree svantaggiate dove le fattorie didattiche degli agriturismi potrebbero diventare fattorie sociali. “Penso agli anziani, ma anche ai bambini che, in casi di difficoltà dei piccoli comuni montani, le fattorie sociali potrebbero trasformarsi in inediti agri-nidi per i bambini di quel territorio”, ha spiegato Barbagallo.
Dare un’opportunità di occupazione nel settore agricolo a persone o a gruppi di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro e offrire nuovi servizi ai cittadini delle zone rurali è un obiettivo del Psr 2014-2020.