Maltempo: Coldiretti Bergamo chiede stato calamità naturale, in tutto il Nord per agricoltura e turismo danni per oltre 1 miliardo
La Coldiretti di Bergamo chiede che venga dichiarato lo stato di calamità naturale per i pesantissimi danni al settore agricolo causati dal maltempo di quest’estate. Lo ha dichiarato a Radio Lombardia, il presidente della sezione bergamasca della Coldiretti, Alberto Brivio. Con le esondazioni di due torrenti a Zandobbio e Trescore Balneario non c’è infatti zona della provincia di Bergamo che non sia stata interessata da eventi meteorologici che stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura della zona.
LA MAPPA DEI DISASTRI – “Sicuramente chiederemo la calamità naturale – ha precisato Brivio – anche perché gli ultimi episodi hanno interessato una porzione della provincia di Bergamo che fino ad ora si era salvata. Purtroppo nell’ultimo mese abbiamo visto che forti e frequenti precipitazioni hanno causato pesanti conseguenze su tutto il territorio orobico. Si è passati dalla Val Calepio, alla Val Sanmartino, poi alla Val Seriana e negli ultimi giorni alla Val Cavallina”.
I SETTORI COLPITI – “Con gravi ripercussioni – ha specificato l’esponente di Coldiretti – nei settori vitivinicolo, florovivaistico e orticolo soprattutto nelle zone di pianura, dove la coltivazione nei campi è andata completamente persa e anche quella in serra ha subito delle perdite pari anche al 50%. Per non dimenticare il settore apistico e della produzione di miele con perdite che vanno dal 70 fino all’80% della produzione“.
NORD FALCIDIATO DAL MALTEMPO – Danni per il maltempo si contano in tutto il Nord con molti raccolti distrutti e animali in pericolo. Il monitoraggio Coldiretti evidenzia che l’ultima perturbazione della lunga serie d’agosto che ha provocato la tracimazione dei corsi d’acqua e temporali accompagnati da grandine ha fatto salire le perdite provocate alle campagne da una estate pazza dove nel nord è caduta fino ad oltre il triplo di pioggia.
Situazione che secondo Coldiretti si farà sentire pesantemente sull’andamento economico generale e sulle possibilità di ripresa con un conto ”estivo” particolarmente gravoso per le imprese che operano nel turismo e nell’agricoltura dove si stimano perdite complessive superiori al miliardo.
GRANDINE E BOMBE D’ACQUA – Le coltivazioni sono state colpite a macchia di leopardo dalla grandine e dalle bombe d’acqua che hanno distrutto frutta e verdura e rovinato in molte aziende il raccolto di un intero anno di lavoro mentre i conti sono aumentati per difendere le produzioni dai parassiti favoriti dal clima anomalo.
ANGURIE E MELONI PRODUZIONE DIMEZZATA – Solo in Lombardia ad esempio la produzione di cocomeri e meloni è stata praticamente dimezzata ma in tutto il Nord c’è molta attesa anche per la vendemmia che dipenderà dalle condizioni che si verificheranno nei prossimi giorni, ma già adesso si conta un aumento dei costi di produzione per difendere le viti ed un taglio dei raccolti che in Veneto è stato stimato pari al 10 per cento.
DIFFICOLTA’ PER ANIMALI IN ALPEGGIO Per effetto della pioggia, del vento e del freddo le condizioni sono proibitive per gli animali in alpeggio dove nelle vallate dal Piemonte alla Lombardia fino al Veneto – continua la Coldiretti – i continui temporali hanno impedito di fare fieno e le temperature rigide hanno ridotto la crescita dell’erba, riducendone la quantità a disposizione delle mandrie con il ricorso ad acquisto di prodotti per l’alimentazione che ha aggravato i costi.
API A TERRA, POCO MIELE: MENO 70% – Anche le api sono state costrette a restare a terra con il maltempo e a rimetterci è la produzione di miele che potrebbe subire un calo fino al 70 per cento nel nord e nel sud Italia mentre nel centro si parla di un taglio del 40 per cento.
CROLLO CONSUMI, CALO OCCUPAZIONE – Ai danni diretti sulle coltivazioni si sommano quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali con un conto particolarmente salato per pesche, nettarine e cocomeri che sono fortemente deperibili.
Il crollo dei consumi rischia di far scomparire un quinto dei pescheti italiani e mette a rischio 10 milioni di giornate di lavoro garantite dal settore della frutta estiva, con gravi effetti sull’occupazione sull’ambiente e sulle imprese. I consumi sono crollati di oltre il 30 per cento rispetto ai 15 anni fa per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia.
DIMINUZIONE INCENDI E PRODUZIONE RECORD FUNGHI – Unica nota positiva il dimezzamento della superficie di bosco andata a fuoco dall’inizio dell’anno al 15 agosto (8729 ettari in calo del 57 per cento rispetto al 2013), anche per la pioggia abbondante che peraltro ha favorito la nascita dei funghi per i quali si prevede una stagione da record iniziata in anticipo e con ottimi riscontri negli oltre 10 milioni d boschi che ricoprono circa un terzo della superficie nazionale, dove si stima si realizzi una produzione di circa 30mila tonnellate secondo Coldiretti.