Maltempo in Lombardia, si contano danni
Il maltempo ha colpito duro e rischia di compromettere l’annata agraria nel Meratese, nella Brianza e nella pianura comasca: sono già accertate da Condifesa perdite tra il 35% e il 40% nei campi di orzo e frumento. Ancor più estesi i problemi per quanto riguarda mais e soia: “Siamo a un bivio: se continuerà a piovere nelle prossime ore, il raccolto rischia di essere compromesso al 100% in ampie aree della Bassa” hanno confermato Fortunato Trezzi e Raffaello Betti, presidente e direttore di Coldiretti Como Lecco.
Danni anche in vigneto, in particolare “nelle aree a valle della collina di Montevecchia”, compreso ancora una volta il meratese. La grandine ha colpito i vigneti, ci saranno perdite non inferiori al 30%: in più, l’acqua stenta a correre a valle e ciò accresce il rischio di malattie fungine: di conseguenza, le imprese sono costrette a prevedere almeno due trattamenti in più rispetto a quanto previsto a inizio stagione, con il conseguente aggravio economico che tutti possono immaginare”.
L’area della ‘Bassa’ tra Como e Lecco è stata tra le più colpite da quest’ondata di maltempo che, almeno per ora, sembra aver risparmiato le aree montane delle nostre province, anche se il clima incerto non ha certo agevolato la salita in alpeggio di mandrie e greggi.
“La caduta della grandine – hanno rimarcato Trezzi e Betti – è la calamità più temuta dagli agricoltori lariani in questa stagione, perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni con effetti economici ed occupazionali. Solo in Lombardia con l’ultima ondata di maltempo secondo la Coldiretti le tempeste di grandine hanno colpito 9 volte in un mese, devastando anche gli ortaggi in pieno campo. Alle bombe di ghiaccio si sono unite quelle di acqua e vento, con almeno 2 trombe d’aria, che hanno causato allagamenti, smottamenti di terreni e rovinando capannoni e serre”.
Nella Bergamasca la grandine si è abbattuta devastando al 90% i vigneti e i frutteti, rispettivamente in Valcalepio e a Valbrembo. “L’ultima grandinata aveva una tale intensità che ha distrutto l’intero raccolto del frutteto che ho a Valbrembo – ha raccontato con amarezza Matteo Locatelli dell’azienda frutticola Sant’Anna – le ciliegie e le pesche già presenti sugli alberi sono praticamente da buttare. Un raccolto perso. I chicchi di ghiaccio hanno colpito con violenza anche le gemme e i rami quindi avrò sicuramente dei problemi anche con la produzione del prossimo anno. Sono stati danneggiati anche i frutteti che si trovano in zona Astino, alle porte di Bergamo; non so se riuscirò a salvare qualcosa”.
Il nubifragio ha coinvolto in modo grave anche la Valcavallina. “La grandinata ha colpito il nostro territorio come una furia – ha spiegato Angelo Casali, agricoltore di Berzo San Fermo – i vigneti attorno all’abitato sono stati distrutti con danni che vanno dal 90 al 100%. Un disastro. Non si contano gli alberi sradicati e gli smottamenti tra i filari. Alcune aziende agricole sono state allagate e l’acqua ha compromesso fieno e macchinari”. Nella zona di Berzo San Fermo sono esondati il Bescasolo, il San Fermo, il Seresina e altri corsi d’acqua. A cause di frane e smottamenti alcune frazioni sono rimaste isolate per lungo tempo.
Situazione grave anche a Foresto Sparso, dove le coltivazioni sono state coperte da una colte di ghiaccio dovuta dall’abbondante grandinata e l’acqua esondata dal torrente Cherio ha invaso strade e campi. A Chiuduno le serre sono state invase dall’acqua che ha completamente sommerso le colture in atto. Gravi danni si rilevano anche alle colture di zucchine e piselli a Seriate. Conseguenze gravi anche nelle migliori zone per la produzione del Valcalepio.
Negli ultimi dieci anni il maltempo ha causato danni per 14 miliardi di euro all’agricoltura italiana.
In Italia a giugno è caduta il 28% in più di pioggia rispetto alla media del periodo con le precipitazioni violente ed intense della prima decade che hanno provocato pesanti danni nelle città e nelle campagne con grandinate, bombe d’acqua, trombe d’aria e nubifragi.
Le abbondanti precipitazioni hanno caratterizzato anche il mese di maggio con il 20,1% in più, sulla base delle rilevazioni Ucea. La primavera – ha commentato la Coldiretti – è stata anche caratterizzata dal ripetersi di eventi estremi che hanno colpito le campagne in piena stagione produttiva mandando in fumo in migliaia di aziende il lavoro di un intero anno con la perdita di grano, frutta e verdure mature pronte alla raccolta. Da Nord a sud il maltempo ha colpito duramente nel corso della stagione, dalle ciliegie della Puglia alle piante ornamentali della Toscana fino ai pregiati ortaggi del Veneto con problemi anche all’assetto idrogeologico per frane e smottamenti.
“La situazione è complessa – spiega Paolo Voltini, Presidente del Consorzio del Casalasco di Rivarolo del Re (Cremona), colosso dell’oro rosso che raggruppa oltre 300 aziende agricole – dobbiamo vedere come si evolve, ma se continua così si può stimare una perdita fino al 20% delle produzioni”.
Il pomodoro da industria è distribuito su quasi 8 mila ettari: in testa ci sono le province di Mantova (4.066 ettari), Cremona (quasi 2.188 ettari), a seguire quelle di Pavia (787 ettari), Brescia (559 ettari), Lodi (241 ettari) e Milano (109 ettari) e Monza (6 ettari). Il 2016 – ha sottolineato Coldiretti – si appresta diventare l’anno più bollente di sempre a livello mondiale dopo che tutti i primi cinque mesi dell’anno hanno fatto registrare il record storico e nei prossimi giorni a Milano si attendono temperature oltre i 30 gradi. “A preoccupare – ha aggiunto il presidente Coldiretti Lombardia Ettore Prandini – è l’accumulo di energia termica che poi si scarica a terra con bombe d’acqua, ghiaccio e trombe d’aria. Nell’ultimo mese, la Lombardia è stata colpita da almeno 9 grandinate e 2 tornado. Solo su Bergamo la stima dei danni all’agricoltura ha raggiunto i 4 milioni di euro”.
Si tratta di una conferma della tendenza al surriscaldamento climatico contro il quale è stata firmato il 22 aprile scorso all’Onu lo storico accordo in occasione della giornata della Terra. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più importante il crescente ricorso all’assicurazione quale strumento per la migliore gestione del rischio.
Oltre ai danni diretti, per il pomodoro c’è anche il rischio di malattie perché i produttori non possono fare i trattamenti e le colture possono venire attaccate dalla peronospora, un fungo dovuto all’umidità eccessiva.
“Il maltempo si somma a una situazione già difficile per il settore, a causa dei problemi derivanti da un accordo beffa firmato con l’industria – ha commentato il presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra –, in cui gli agricoltori si fanno carico del taglio dei prezzi e, se serve, anche delle superfici, mentre gli industriali, in caso di necessità, potranno continuare a comprare la materia prima all’estero. I danni causati dall’eccesso di pioggia e dalle grandinate rischiano, quindi, di dare il colpo di grazia a molte aziende”.