Nel futuro della zootecnia lombarda l’impegno per fare sistema
“Le risorse per il mantenimento del sistema allevatori sono sempre più preziose e difficili da reperire: per questo siamo impegnati ormai da tempo nel rafforzamento di una politica di sinergia alla ricerca della maggiore efficienza possibile”.
Questo il messaggio lanciato dal presidente Germano Pè ai soci dell’Associazione Regionale Allevatori Lombardi, riuniti in assemblea a Salvirola (Cr) alla presenza dell’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava, del presidente nazionale Aia Pietro Salcuni, del presidente Anas Andrea Cristini e di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini.
A tener banco nella relazione del presidente, affiancato dal direttore Massimo Battaglia, è stato ancora una volta il tema dei fondi per il mantenimento del sistema di assistenza tecnica alla zootecnia lombarda, comparto assolutamente strategico per l’economia di una regione che rappresenta da sola oltre il 40% della produzione di latte italiano vantando al tempo stesso significativi primati sia sul fronte suinicolo che su quello della carne bovina.
“La crisi ha accelerato un processo generale di razionalizzazione delle risorse che la nostra associazione ha tuttavia intrapreso autonomamente da molti anni – ha spiegato Pè-. Da tempo infatti operiamo in un’ottica che privilegia in maniera determinante il lavoro di squadra e le fattive collaborazioni con altri Enti ed Associazioni, con l’obbiettivo primario di ridurre i costi pur continuando a sostenere le aziende zootecniche lombarde anche nell’attuale, difficile congiuntura economica. La nostra missione oggi rimane quella di sempre: favorire le potenzialità di sviluppo del settore, salvaguardandone le caratteristiche di competitività lavorando anche in un’ottica costante di miglioramento del reddito aziendale”.
L’impegno dell’Aral a sostegno della zootecnia regionale risalta del resto evidente dai numeri che anche nel 2012 hanno contrassegnato l’attività dell’Associazione: nella regione che produce il 41,4% del latte nazionale, l’Aral ha effettuato controlli in più di 4000 aziende su un patrimonio superiore alle 572 mila vacche da latte, pari al 43% di quelle controllate annualmente in tutta Italia, per un totale di campioni di latte analizzati superiori ai 4 milioni. La forte vocazione lattifera lombarda è testimoniata anche da un altro dato: nell’ultimo decennio il numero degli allevamenti controllati dall’Aral si è ridotto di 761 unità, ma le vacche sono aumentate del 10,5%. La classifica delle province vede al primo posto Cremona con 152 mila capi controllati in 656 allevamenti, seguita da Brescia con oltre 139 mila vacche seguite in 995 aziende. Terza è Mantova (108 mila gli animali, 766 le stalle). I risultati? Sono tutti da leggere nei dati sulla produzione media relativa alle lattazioni convenzionali superiori ai 240 giorni, pari a 9218 chilogrammi: un quantitativo superiore di ben 672 chilogrammi rispetto alla media nazionale.
“Questi numeri significano soprattutto una cosa: qualità e sicurezza per il consumatore – ha sottolineato il presidente Pè -. Sul fronte delle garanzie delle nostre produzioni siamo del resto impegnati da tempo anche con il marchio Italialleva, lanciato dalla nostra capofila Aia nell’ottica di un rafforzamento di quel sistema allevatori nazionale di cui ci sentiamo parte attiva e dinamica, pronti ad alimentare nuove occasioni per sostenere lo sviluppo della nostra zootecnia”.
Da Pè anche un augurio di buon lavoro al nuovo assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava. “Abbiamo già avuto modo di apprezzarne le qualità – ha detto – Siamo certi che anche in questa nuova legislatura saprà fare quanto di meglio possibile per il settore primario e zootecnico”. L’assessore, dal canto suo, non ha mancato di garantire il suo impegno ad un settore, quello agro-zootecnico, che giudica “ assolutamente strategico per l’economia regionale”.