Vino, boom di iscrizioni a Milano: +38% per la laurea in enologia. Settore genera in Italia occupazione per 1,2 milioni di lavoratori
In Lombardia sono sempre più numerosi i giovani che sognano un futuro in vigna. Tra il 2010 e il 2014, all’Università Statale di Milano, le iscrizioni al corso di laurea di primo livello in “Viticoltura Ed Enologia” hanno fatto registrare una crescita boom del 38 per cento. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti regionale realizzata in occasione della 48esima edizione di Vinitaly, che ha aperto oggi, domenica 6 aprile 2014 a Verona e proseguirà fino a mercoledì 9 aprile.
IN AUMENTO ANCHE LE DONNE – Gli studenti che hanno scelto viticoltura ed enologia – ha spiegato Coldiretti Lombardia – sono passati dai 319 dell’anno accademico 2010/2011 ai 440 attuali. A scegliere questo corso di laurea sono in prevalenza i ragazzi, anche se il numero di quote rosa sta aumentando: se nel 2010 le iscritte erano 73, oggi sono 108 (+48%). La laurea del gruppo agrario ed enologico si colloca sul podio tra quelle con i migliori esiti lavorativi occupazionali con l’82,5 per cento dei laureati che è occupato a cinque anni dalla conclusione del ciclo di studi contro il 74,2 per cento di quelli del gruppo giuridico, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Almalaurea.
EXPORT CRESCE A DUE CIFRE – “La vitivinicoltura rappresenta una delle eccellenze della nostra agricoltura – ha precisato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia –. Con le sue 42 etichette a denominazione, contribuisce a rendere grande il nome del Made in Lombardia agroalimentare nel mondo. Non a caso nel 2013 l’export dei vini lombardi ha registrato un incremento a doppia cifra: l’11,6% rispetto a una media nazionale del 7,3%”.
Nel 2013 gli italiani hanno acquistato meno vino in quantità, ma a prezzi maggiori con il risultato che il fatturato realizzato sul mercato nazionale è aumentato, ma è l’export di vino a registrare uno storico record, superando per la prima volta il muro dei 5 miliardi di euro, il 7 per cento in più rispetto all’anno precedente. Vendite in aumento un po’ ovunque, dalla Gran Bretagna (+15 per cento) alla Francia (+9 un per cento), alla Germania (+6 per cento). Balzo avanti anche in Russia, con un +14 per cento, ma le bottiglie tricolori spopolano anche negli Stati Uniti con un +7 per cento mentre si inverte la tendenza e crollano invece per la prima volta le esportazioni di vino italiano in Cina con un calo del 3 per cento in valore a 74,8 milioni di euro.
SETTORE CHE OFFRE OCCUPAZIONE – Una crescita complessiva che ha offerto opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani nel 2013. Ed è proprio nel settore del vino Made in Italy che Coldiretti ha attivato al Vinitaly di Verona la prima banca dati riconosciuta dal Ministero del Lavoro per favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro nelle aziende agricole, alla quale potranno accedere migliaia di giovani che in Italia aspirano ad una esperienza nel vigneto o in cantina.
I NUMERI DEL SISTEMA IN LOMBARDIA – Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano relativi al 2013 – ha precisato Coldiretti – in Lombardia nel comparto operano 4.457 imprese, in calo del 3,7% rispetto al 2009, mentre gli addetti sono circa 6.300. La coltivazione di uva è la prima attività con quasi 3.200 imprese, di cui oltre 1.700 in provincia di Pavia. Le altre zone maggiormente vocate alla produzione sono: Brescia, Sondrio, Bergamo e Mantova. Tra le zone di eccellenza c’è anche quella del San Colombano, l’unico vino doc di Milano.
I DATI NAZIONALI – Il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce del 3 per cento e raggiunge nel 2013 il valore record di 9,3 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che per la prima volta hanno superato i 5 miliardi (+7 per cento) alle quali si è aggiunto un leggero incremento delle vendite sul mercato nazionale che sono risultate pari a 4,2 miliardi (+1,5).
Il settore nel 2013 ha offerto opportunità di lavoro a un milione e 250mila italiani nel 2013.
Nel 2013 gli italiani hanno acquistato meno vino in quantità, ma a prezzi maggiori con il risultato che il fatturato realizzato sul mercato nazionale è aumentato, ma è l’export di vino a registrare uno storico record, superando per la prima volta il muro dei 5 miliardi, il 7 per cento in più rispetto all’anno precedente.
DOVE ESPORTIAMO – Vendite in aumento un po’ ovunque, dalla Gran Bretagna (+15 per cento) alla Francia (+9), alla Germania (+6). Balzo avanti anche in Russia, con un +14 per cento, ma le bottiglie tricolori spopolano anche negli Stati Uniti con un +7 per cento mentre si inverte la tendenza e crollano invece per la prima volta le esportazioni di vino italiano in Cina con un calo del 3 per cento in valore a 74,8 milioni. Una crescita complessiva che ha offerto opportunità di lavoro a un milione e 250mila italiani nel 2013 tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).
LA FILIERA VINO E IL SUO INDOTTO – Secondo lo studio Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.
“La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. La capacità del settore di generare occupazione ha stimolato l’interesse delle giovani generazioni come dimostra il fatto che all’Università di Palermo nella facoltà di agro-ingegneria al test per frequentare il corso di viticoltura ed enologia si è presentato quasi un numero doppio rispetto ai posti a disposizione, mentre alla statale di Milano i nuovi iscritti ai corsi di laurea in scienze agrarie ed enologia hanno avuto un’impennata di oltre il 50 per cento. Sono circa mezzo milione i titolari di vigneti in Italia che – ha concluso Coldiretti – operano su 650mila ettari di terreno dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt, ma si contano anche circa 200mila imprese e 35mila imbottigliatrici di una produzione che per il 30 per cento è destinata a vini da tavola, per il 30 a vini Igt e per il 40 a Doc e Docg”.