Vitelli ‘gonfiati’ con farmaci dopanti, maxi operazione del Corpo Forestale dello Stato

 

 

Smantellato dal Corpo forestale dello Stato un vasto traffico di farmaci veterinari distribuiti al mercato clandestino e destinati a gonfiare vitelli e maiali nel Nord Italia e presumibilmente anche all’estero. Durante l’operazione denominata “Muttley” sono state sequestrate oltre 17.100 confezioni di farmaci veterinari per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro.
FARMACI AGLI ANIMALI – Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova e dai Comandi Regionali del Corpo forestale dello Stato della Lombardia e dell’Emilia Romagna, sono state condotte dal personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Reggio Emilia e dagli uomini del Comando Provinciale di Mantova. Gli agenti della Forestale avrebbero scoperto una vera e propria associazione a delinquere dedita alla distribuzione e alla vendita di farmaci veterinari da somministrare “in nero” agli animali ed in assenza di controlli medico-veterinari.

LE PERQUISIZIONI – Sono state effettuate 101 perquisizioni, controllati 26 siti (14 in Lombardia, 7 in Veneto, 3 in Piemonte 2 in Emilia Romagna) nei quali sono stati sequestrati farmaci detenuti abusivamente. Sono attualmente 65 le persone indagate. Tra questi: grossisti di farmaci veterinari, veterinari, allevatori, farmacisti e commercianti non abilitati alla vendita di medicinali. I reati contestati: associazione a delinquere, commercio e somministrazione di medicinali guasti, adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari, esercizio abusivo della professione medico-veterinaria e di farmacista, ricettazione, falsità in registri e notificazioni, violazione della normativa finanziaria e tributaria, ed infine maltrattamento di animali.

GARANTIRE LA SICUREZZA ALIMENTARE – L’indagine ha l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare dei consumatori dai rischi causati dall’assunzione di carni bovine (vitelli) e suine adulterate o contraffatte per la presenza di farmaci somministrati “in nero”. Alle indagini hanno partecipato 260 uomini del Corpo forestale dello Stato che hanno effettuato perquisizioni locali e domiciliari disposte dalla Magistratura presso centri di deposito, attività commerciali al dettaglio, allevamenti ed abitazioni in sette Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Sardegna, Campania ed in particolare nelle province di Mantova, Padova, Torino e Reggio Emilia. Oltre a farmaci veterinari detenuti abusivamente, sono stati ritrovati e sequestrati anche farmaci ad uso umano, soggetti a prescrizione medica. Nel corso dell’inchiesta il personale del Corpo forestale dello Stato ha individuato grossisti che, con l’aiuto di allevatori e di veterinari compiacenti, erano dediti a commercializzare farmaci senza le necessarie e indispensabili prescrizione medico veterinarie.

ACQUISTATI FARMACI IN ECCEDENZA E POI RIVENDUTI IN NERO – Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica di Mantova, Dr. Antonino Condorelli, hanno portato all’individuazione di alcuni soggetti compiacenti che si prestavano a compilare falsi documenti, per poter mascherare e giustificare le movimentazioni dei farmaci non consentite da parte dei grossisti. I farmaci che venivano somministrati agli animali degli allevamenti compiacenti, non venivano infatti registrati presso gli allevamenti ma direttamente presso i grossisti. Gli allevatori acquistavano, sulla carta, un quantitativo di farmaci superiore a quello somministrato realmente agli animali e le altre dosi venivano utilizzate per il mercato clandestino. In particolare, esse erano destinate ad altri allevamenti di animali quali bovini (vitelli) e suini con inevitabile potenziale pericolo per la salute pubblica, in quanto le somministrazioni sarebbero avvenute senza alcuna registrazione e senza lasciare traccia documentale. Tra i numerosi indagati c’era addirittura chi si prestava a fornire copertura ai trattamenti farmacologici con sostanze illecite come cortisonici, ormoni ed antibiotici. Tali sostanze venivano somministrate agli animali che successivamente venivano immessi sul mercato.

 

COSA DICE LA LEGGE – La norma prevede, invece, che gli animali che assumono farmaci, o loro sottoprodotti, non possano essere destinati al consumo prima di un determinato lasso di tempo variabile a seconda del farmaco assunto. All’apice dell’attività illecita una società grossista con rivendita diretta di farmaci veterinari con sede in Lombardia, che commercializzava anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

FONTANESI: OTTIMA OPERAZIONE, ORA SERVE ETICHETTATURA OBBLIGATORIA – “Desideriamo complimentarci con i comandi regionali del Corpo Forestale dello Stato della Lombardia e dell’Emilia e con la Procura della Repubblica di Mantova, che ha coordinato le indagini, per i risultati dell’operazione Muttley. Ci auguriamo che eventuali responsabilità vengano accertate e chiarite fino in fondo, per la tutela dei consumatori, della sicurezza agroalimentare e per l’immagine della maggior parte degli allevatori, che lavorano onestamente e con grande serietà”. Questo il commento di Lorenzo Fontanesi, presidente di Opas (Organizzazione di produttori allevatori suini) e di Unapros (Unione nazionale tra le organizzazioni suinicole) .“I controlli cui gli allevatori italiani sono sottoposti – ha proseguito Fontanesi – rappresentano una sicurezza per i consumatori, ma il percorso deve essere completato con l’etichettatura obbligatoria, in modo da divulgare nella massima trasparenza la provenienza delle materie prime e dei prodotti agroalimentari”.

 

 

 

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